Diario di bordo
Taxi: siamo per la completa liberalizzazione!
31 Maggio 2007
 

Nel 1989 in Nuova Zelanda c'è stata la liberalizzazione delle tariffe e delle licenze, accompagnata dalla fissazione di criteri di qualità e dei relativi controlli. Il risultato è stato eclatante: è migliorata l'offerta e le tariffe hanno subito una differenziazione del 34%! Di fronte alla protesta odierna dei tassisti qualche confronto risulta utile. A Madrid (Spagna) operano oltre dodicimila taxi. A tarda sera sui larghi viali cittadini ogni tre macchine che si vedono passare, almeno una è adibita al servizio pubblico. A Roma (Italia) i taxi sono 6.250 e a tarda sera in giro se ne vedono pochi, mentre sono lunghe le file delle persone in attesa ai parcheggi.

I tassisti romani, tra le altre strumentali giustificazioni ai loro privilegi, asseriscono: il problema del trasporto a Roma è che mancano autobus e metropolitane, non i taxi.

Il ragionamento è monco. Madrid e Roma sono città confrontabili. La capitale spagnola ha una popolazione di poco superiore, Roma però ha più turisti.

Se a Madrid 12 mila taxi lavorano e guadagnano, nonostante siano operative ben 12 linee metropolitane (e il piano di rafforzamento è continuo), a Roma, che ha 2 linee metropolitane, se raddoppiasse il numero (da 6 a 12 mila) i tassisti farebbero affari d'oro ancor di più, vista la scarsità di mezzi pubblici. Invece, no, perché il corporativismo dei tassisti italiani inverte le regole dell'economia. Proprio non gli entra nella testa che più taxi a più buon mercato migliorano la vita dei cittadini, ma fanno fare più soldi anche ai tassisti. Invece da noi i taxi sono pochi e cari. Occorre, quindi, una completa liberalizzazione del settore.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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