Al bluvanoni – Chiesa di San Rocco a Losone è in corso la mostra collettiva “di_vento di_cielo”, promossa dal Comune di Losone e a cura di Ivano Facchinetti, dove sono presentate nuove opere ed installazioni di Filippo Broggini (architetto), Oppy De Bernardo, Ivana Falconi e Agnese Z’graggen.
Dal catalogo della mostra:
Pensiero laico come vento che spinge le nuvole della curiosità e agita i rami dell’utopia. Pensiero nomade che si lascia contaminare. Ricerca, scelta di campo per sondare territori comuni dove l’intenzione ad agire e a creare è il voler rispondere di sé per proporre agli altri – a noi – prospettive di esistenza e di vita affinché questa sia ‘altra’. Cercare il bene comune per scacciare tutti i grandi mali. Mettersi in viaggio per percorrere strade diverse da quelle date per certe, per trovare cammini nuovi in cui porsi. Come atto di grande generosità verso qualsiasi comunità o agglomerato di esseri viventi. Riconoscere ciò che è ‘il male’ per levarlo, toglierlo pezzo dopo pezzo per entrare, o salire verso l’alto, nel nucleo essenziale : ‘il bene’ – o la migliore forma di mondo possibile ora e qui.
Filippo Broggini architetto, colto e raffinato progettista e costruttore di esili-minime strutture, pone al centro della sua ricerca la forma e la materia che sono, e debbono restare, tra loro legate. Non sostenute sul vuoto di un ripetitivo esercizio di stile, ma dinamicamente spinte in progressione dentro un procedimento e metodo progettuale che le rende possibili. Non come consolidamento di una tesi pre-data, ma come imprevista scoperta e risultato di un’analisi e confronto tra molteplici punti di vista. Quello dell’architetto ispiratore di nuove idee e sciamano-rabdomante nel gioco di scambio con altri dominii propositivi e visionari della ricerca ( ingegneri, antropologi, matematici, biologi, fisici,… ). Dove il ruolo dell’architettura è rispondere ai veri problemi del tempo e della società complessiva con i suoi reali bisogni; e farlo con intuizione, sensibilità e cuore, non con stilemi e modalità all’infinito ri-proposti: dove al centro siano solo gli uomini, non i progettisti.
Oppy De Bernardo si confronta nel suo fare con i linguaggi oggi disponibili nel campo dell’arte: tela, video, installazioni. Sempre in un dialogo indagatore – nella diversità dei luoghi in cui sceglie di agire – mettendo come interesse il percorso suo di vita e quello degli altri. Portare una rappresentazione del vissuto quotidiano in cui l’operare artistico è mediazione e riflessione dell’interazione e dell’esistere tra tutti gli esseri umani. Anche “Lapsus”, il tragitto costruito nella Chiesa di San Rocco - oltre offrire una percezione diversa dello spazio/luogo di culto e socializzazione - pone con serietà giocosa il punto di vista dell’artista, che vuole condividere con tutti noi. In una prospettiva positiva e laica comunque: il luogo di culto è luogo di raccoglimento per tutti ( non solo cattolici e credenti ) e luogo di possibile condivisione e conversione. Con profondo rispetto per il destino-cammino di ogni mortale: che possa elevarsi a uomo migliore, spogliandosi delle abitudini per riscoprirsi, nel suo ruolo, con profonda e rinnovata partecipazione alla e nella vita collettiva.
In Ivana Falconi è ricorrente l’utilizzo di immagini che fanno parte della nostra memoria per sollevare questioni - in modo divertito, ludico e ironico – mettendoci davanti a scelte da fare, a posizioni da prendere; visitando problematiche che fanno parte della nostra quotidianità, del nostro reale presente: i suoi luoghi d’indagine. Le tematiche frequenti sono quelle della società contemporanea : la guerra, la religione, la sessualità, il razzismo,…Per il “Sogno di Eva” realizza un grande albero in stoffa, da lei-donna cucito, con appesa una mela. Una rappresentazione semplice, ma che scatena grandissimi significati. Come presupposto: lo stato di degrado della nostra società parte da lontano. Eva ed Adamo, tentati dal serpente, hanno mangiato il frutto dell’albero proibito. Contravvenendo al comando divino, secondo la Chiesa cattolica, l’uomo eredita così un’inclinazione verso il male, a fare ‘il male’; con la ‘non conoscenza del bene e del male’ non saprà/potrà costruire uno stato di vita ‘buono e felice’. Chiedere al Supremo di togliere questo peccato è ipotesi, domandare di farlo subito agli uomini è indicare una/la possibilità: con le nostre mani possiamo ricucire questo strappo e collocarci sulla strada del ‘bene’: il solo strumento di non distruzione di massa.
Agnese Z’graggen con il suo mondo colorato ed effimero ci invita a portare attenzione sulle ‘cose’ che si trasformano. L’eclatante bellezza del microcosmo vegetale/alimentare – che lei ha scelto come mezzo di creazione e comunicazione – dura il tempo necessario per farci vivere l’esperienza della fragilità e della precarietà: stato comunque potentemente positivo dell’esistere con in sé l’entusiatica possibilità di saper captare e percepire stimoli a noi esterni. Con “Itadaku” riprende l’intenso blu dell’affresco ottocentesco del Vanoni e lo ri-costruisce con gelatina alimentare, al suo centro vi pone un punto di focalizzazione. Proiezione di ciò che è, ma che - come realtà - è anch’essa sempre mutevole e differente. Non come entità imprecisabile, ma come con-centrazione di ciò che rappresenta. Forma/materia e luce/colore completano e compenetrano così l’affresco: non solo elemento visivo determinante, decorativo ed ‘esterno’, ma insieme di intime e complesse esperienze sensoriali. Lo spazio può ora abitare dentro noi stessi; percepito non più solo come parte che ‘ci contiene’, ma riposizionato nel suo essere altro e diversamente uguale all’originale.
Ivano Facchinetti, curatore e coordinatore della mostra: di_vento di_cielo. Testo in catalogo.
La mostra è visibile fino al 20 maggio,
dal giovedì alla domenica dalle ore 14:00 alle 19:00
Per l’occasione è edito un catalogo.
Informazioni e contatto:
Ivano Facchinetti, Coordinatore e cura mostra
+41 (0)79 670 39 65, ivo.facchinetti@bluewin.ch
bluvanoni – spazio per l’arte contemporanea
Chiesa di San Rocco a Losone
di_vento di_cielo
installazioni di Filippo Broggini, Ivana Falconi, Oppy De Bernardo e Agnese Z’graggen