Diario di bordo
Marco Pannella. Quando lo Stato è il vero Caino
11 Aprile 2007
 

Grazie alla vostra presenza e al generale sostegno, possiamo così annunciare, insieme, la fine dello Stato-Caino, che uccide ancora in troppa parte del mondo. Tutti gli Abele del mondo, che noi qui rappresentiamo, sempre inermi ma non più inerti, armati ora di nonviolenza, di speranza risorta, del monito biblico: “Nessuno tocchi Caino” e voci profetiche come quella di Cesare Beccaria, noi infine, liberi e perciò responsabili lottiamo perché mai più gli Stati del mondo debbano, possano perpetrare a nome dei loro popoli l’atto funesto di nostro fratello Caino.

Il Parlamento italiano, senza distinzioni di destra e di sinistra, da oltre dieci anni ha chiesto ai nostri Governi di obbedire alla civiltà giuridica del nostro tempo proponendo all’Assemblea Generale dell’ONU, nella quale la nostra voce è divenuta da tempo maggioritaria, di proclamare la Moratoria Universale delle condanne a morte, delle esecuzioni, come premessa necessaria per giungere alla loro abolizione. Non lo hanno ancora fatto, per incapacità o torbide, inconfessate, somme di motivi. Ora basta! Il nostro Governo, il 2 Gennaio, ha finalmente raccolto “l’Ora-Basta” esploso in quasi tutto il mondo, dopo l’esecuzione d’un infame Caino: Saddam. Uno Stato armatosi così di morte e di violenza, in nome del doveroso rispetto alla vita umana si sostituiva così al dittatore nella sua infamia, giustiziandolo in nome del popolo, di Dio, della giustizia, della legge, come era egli stesso solito fare. Invertendo i ruoli, rendendo Saddam-Caino uno di noi.

Così, oggi, avremmo già potuto festeggiare un evento straordinario, una pagina grande, positiva, nella storia dell’umanità, del diritto universale. Difficoltà oggettive, errori, ritardi lo hanno fin qui impedito.

 

Marco Pannella

(da E Polis, 10 aprile 2007)


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