L'antidoping nelle scuole del ministro Amato 
Lasci perdere e cerchiamo di capire come dare una mano al ministro Ferrero
12 Marzo 2007
 

Il ministro degli Interni Giuliano Amato, nell'ambito delle sue proposte per la sicurezza nelle città, oltre a praticare l'antidoping all'uscita di discoteche e scuole, vorrebbe che in queste ultime fosse utilizzato il medesimo controllo, sì da invalidare le interrogazioni rese sotto gli effetti di sostanze alteranti.

Visto che il ministro non precisa su cosa intende fare all'uscita di scuole e discoteche (come invece e preciso per le interrogazioni), auspico che non abbia intenzione di reintrodurre il reato di consumo di sostanze, ma che sia al solo scopo preventivo per non far mettere alla guida di un mezzo una persona in stato di presunta alterazione.

A fronte di questa disarmante proposta, e auspicando che –a differenza di come dice lo stesso Amato- non siano le cose idiote ad ispirare le politiche del Governo, non posso che invitare il ministro a prendere in considerazione un'altra politica: di questo credo ci sia bisogno visto che quanto fatto fino ad oggi ha dato risultati opposti e lui, invece, propone solo ulteriori interventi nel medesimo senso.

Il ministro degli Affari sociali, Paolo Ferrero, sta cercando tutte le strade possibili e immaginabili per venire a capo di una proposta di cambio di direzione in materia, trovandosi nella tragica situazione di essere il Governo che sta attuando la legge Fini-Giovanardi, che è quella che invece, nel medesimo Governo, molti vorrebbero modificare.

La proposta del ministro Amato non aiuta in questa direzione, anzi. Devo prendere atto che esistono due posizioni opposte all'interno del medesimo Governo? Quella accentuatrice delle politiche punizioniste e quella legalizzatrice? Siccome credo che tutti intendiamo operare nell'interesse dei cittadini, forse è il caso di parlarne in maniera approfondita, anche in ambito pubblico, altrimenti, oltre a non fare gli interessi di questi cittadini, continuiamo solo a fare il gioco di chi vorrebbe che le cose non cambino, perché la legge Fini-Giovanardi non solo è quella che serve al Paese, ma va anche accentuata nelle sue applicazioni... come il ministro Amato sostiene.

 

Donatella Poretti


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