Cosa bolle in culdera
Michele Corti. Bitto: una storia esemplare, una questione aperta 
Speciale di CASEUS dedicato al pił noto tra i formaggi valtellinesi
09 Marzo 2007
 

Agli inizi degli anni ’80, l’amico Renato Ciaponi (ora direttore della Scuola Alberghiera di Sondrio) e il compaesano Gianpiero Mazzoni, produssero il primo video sugli alpeggi. Ricordo che lo criticai perché dalle immagini e dal modo con cui era stato girato il video, si capiva “lontano un miglio” che loro in alpeggio non ci erano mai stati e quindi non avevano colto appieno “la vita d’alpeggio”.

Col senno di ora, devo dire che fu un modo nuovo di raccontare l’alpeggio. Tant’è che con la SCAM (la Scuola pratica per l’Agricoltura di Montagna, da me ideata) e con Baite (una Onlus che produce materiale visivo su queste tematiche territoriali) gli audiovideo sono oramai divenuti metodo comune, normale, di presentare il territorio, la sua gente la sua storia.

Chi ha seguito, in questa mia rubrica, le opinioni sulle problematiche Bitto, noterà, leggendo l'interessante servizio “Bitto: una storia esemplare, una questione aperta” (scaricabile in file pdf) che vi sono alcune differenze di vedute tra me e il professor Michele Corti (docente universitario). È la stessa sensazione che ho provato oltre vent’anni fa vedendo il video dei miei con valligiani. Quello che voglio sottolineare è che si può raccontare l’alpeggio solo vivendolo, solo lavorandoci…

 

Alfredo Mazzoni

 

Lo Speciale a cura di Michele Corti è stato pubblicato sul n. 3/2006
di
Caseus, rivista bimestrale di arte e cultura del formaggio www.caseus.it

Ringraziamo autore ed editore per la gentile concessione.


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