Pianeta jazz e satelliti
Giovanni Guidi Quartet / Indian Summer
05 Marzo 2007
 

GIOVANNI GUIDI QUARTET:

DAN KINZELMAN, tenor saxophone - GIOVANNI GUIDI, piano - FRANCESCO PONTICELLI, double-bass - JOAO LOBO, drums

Tracks:

Shadows (4:29) Il Campione (7:56) Begatto Kitchen (4:14) Round Trip (2:17) The Path (3:37)September never comes (5:22)Neverland last days (5:14) O.C.E.R (4:24) Windmill (4:50) Dont' change a hair for me (5:09)

Credits:

Recorded in September 2006 in Cavalicco (Italy) at Artesuono Recording Studio.

Engineer: Stefano Amerio

 

Dell'ultima infornata di album C.A.M. che mi sono portato a casa questo è il primo che ho ascoltato, da allora, quindici giorni fa, non riesco più a toglierlo dal piatto. Ho cercato di ascoltare anche gli altri, ma inevitabilmente torno a questo. La mia meraviglia e il mio stupore stanno non solo nella giovanissima età dei protagonisti, ma sopratutto nella loro incredibile maturità, nella profonda espressività degli assolo e nella bellezza delle composizioni. Fin dal primo brano si viene catturati, posseduti e stravolti da una rara mistura di prelibatezze, sostenute da mezzi tecnici non comuni. L'assolo di clarinetto di Kinzelman su Shadow è un crescendo vibrante, e il pianismo distillato da Guidi, con pause sapientemente alternate ai pieni, è foriero di emozioni, nel solco di una impronta che partendo da Bill Evans giunge alle rarefazioni di Paul Bley. Giovanni deve essere stato svezzato con la musica, tanto si percepiscono i molteplici ascolti, tutti comunque assimilati in una visione già cosi' matura e personale a dispetto dei suoi 21 anni.

Indian Summer credo riceverà molteplici consensi da parte della critica, è raro difatti, trovare un'opera prima di un giovane musicista volare a queste altezze. Le composizioni spaziano da liriche e lente ballads a tempi hard bop più mossi. Il tocco del pianista, in particolare rilievo nei brani più introspettivi, è evocativo, essenziale ed emozionante. Di notevole interesse anche la prova del sassofonista Dan Kinzelman, autore di alcuni pregevoli assolo.

Di Giovanni Guidi si sapeva quel poco che la sua biografia ancora in erba consentiva: partecipa ai Seminari Estivi di Siena e viene notato da Enrico Rava che lo coopta nel suo gruppo New Generation, con Francesco Ponticelli, e insieme incidono l'album alla Casa del Jazz di Roma che è uscito lo scorso anno per l'iniziativa editoriale congiunta L'Espresso/La Repubblica. Nella scorsa edizione di “Umbria Jazz” è stato artist in residence, suonando tutti i giorni. e riscuotendo critiche positive. In mancanza di un sito web dedicato, segnalo comunque lo spazio di Giovanni sulla comunità My space, con la possibilità di approfondimenti e di ascolto di alcuni brani. Album tra i migliori della stagione italiana, e sicuro nuovo talento da seguire con grande interesse.

 

Roberto Dell'Ava

 

VALUTAZIONE : * * * *


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