Diario di bordo
Parte del canone/tassa Rai alle regioni? No grazie 
Perché poi finisce come i ticket sanitari... con l'addizionale regionale e con il monopolio o i duopoli anche regionali
03 Marzo 2007
 

Nel pubblicare la nota Aduc a proposito della proposta avanzata dal presidente della Regione Lombardia, ricordiamo l'analoga iniziativa già assunta anche dalla Regione Piemonte (cfr. La Stampa, 29/01/2007) e formalizzato in un disegno di legge regionale voluto dalla presidente, Mercedes Bresso. (Red.)

 

 

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha proposto che parte del canone/tassa che si paga alla Rai per il mero possesso di un televisore sia data alle Regioni per «fare una televisione più fortemente connessa al territorio, dove l'informazione locale non sia relegata in una nicchia poco significativa...».

No grazie! Governatore Formigoni questa e la nostra risposta e il preludio di una tenace opposizione alla sua proposta. Non certo perché ci piace la Rai nazionale così com'è o perché siamo innamorati dei Tg regionali (mediamente pessimi e senza notizie se non “marchette”–notizie date per piacere a quello o a quell'altro potere), ma semplicemente perché difendiamo le tasche dei contribuenti e dei consumatori, nonché la libertà di mercato.

 

Le tasche dei contribuenti

Se quanto auspica Formigoni si realizzasse, siccome l'appetito vien mangiando, le risorse distratte dalla tassa nazionale non sarebbero sicuramente sufficienti: perché non dovrebbe essere emulata la “sprecopoli” della Rai nazionale, visto che la gestione sarebbe sempre del Governo, regionale in questo caso, e quindi spartita fra partiti piuttosto che determinata da professionalità, e perché gli stipendi dovrebbero essere inferiori a quelli nazionali... E quale miglior rimedio se non l'addizionale regionale, proprio come avviene per i ticket della sanità pubblica?

 

La libertà di mercato

Se la Rai opera a livello nazionale in abuso di posizione dominante, essendo la principale responsabile del duopolio con Mediaset che ammazza il mercato del settore, perché non dovrebbe succedere altrettanto a livello regionale? Con relativo assassinio di quelle emittenti locali che oggi sono l'unica alternativa ai due giganti nazionali e al cespuglietto di Telecom Italia (La7).

 

Se il governatore Formigoni sente questa esigenza, perché non guarda al mercato piuttosto che all'assassinio di quest'ultimo? Perché non compra i suoi spazi istituzionali con bandi di gara fra le emittenti già esistenti o che si potrebbero formare ad hoc ma senza partecipazione di capitale pubblico? Così aiuterebbe l'informazione e il mercato, nonché quella libertà che oggi è compromessa dal duopolio nazionale e che domani potrebbe essere altrettanto compromessa da monopoli o duopoli locali.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

 

 

Qui la nostra petizione per l'abolizione del canone/tassa della Rai


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