Per capire il senso della Politica si dovrebbe risalire all’etimologia del termine: “politica” deriva dal greco “polis”, un’entità politica, sociale ed economica, ma anche e soprattutto etico-morale.
Platone per primo la definì come un organismo educativo collettivo nei confronti del singolo, finalizzato al bene comune.
Alcide De Gaspari scriveva: “Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti ed altri che la considerano, e tale è per loro, come un accessorio di secondaria importanza.
Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione”…
Oggi più che politici molti di loro si potrebbero definire “politicanti” o “dilettanti”.
Il politico per nulla sembra coinvolto nella gestione della vita del proprio Paese: non soffre, non ama, non combatte con ardore per i suoi concittadini, li considera “estranei” non membri della sua stessa comunità territoriale.
Oggi è palpante l’ingiustizia di vivere in un paese dove i privilegiati, come i politicanti, intascano più di quello che meritano e tutti gli altri, i lavoratori veri, molto di meno. Stipendi e pensioni da fame dovrebbero essere per la Politica una priorità assoluta da monitorare e risolvere. Ormai però siamo al limite. Il costo della vita cresce di continuo, salari e pensioni sono fermi da anni e il risultato è che ogni anno ci si ritrova sempre più poveri.
Oggi le ingiustizie dilagano e stordiscono, offuscano la ragione ottenebrando le menti di chi non vede la povertà avanzare in compagnia dell’indifferenza verso tutti quelli che, in conseguenza del cosiddetto “lavoro povero”, sono costretti a mettersi in coda alle mense dei poveri per un pasto offerto dalle istituzioni caritatevoli come la San Vincenzo o la Caritas.
Altri milioni di indigenti inoltre sono esclusi dalle visite specialistiche o da particolari terapie, perché snervati da liste d’attesa di mesi o anni.
In sostanza, qualsiasi lavoro veste l’abito tetro della povertà non permettendo a molti degli operai ad arrivare a fine mese.
Cosa fanno i politicanti di fronte a tutto ciò?
Fingono di non capire o ritengono che hanno già provveduto ai loro bisogni con qualche “bonus”.
Smarrito ogni contatto con la realtà, la falsa politica ritiene urgente aumentare l’indennità dei ministri non parlamentari equiparata con una recente manovra a quella dei ministri eletti.
Indifferenti alla miseria dei poveri anche i deputati della Regione Siciliana, che hanno provveduto ad un consistente aumento in busta paga spacciato per automatico adeguamento ISTAT.
Tutti gli aumenti degli stipendi faraonici dei politici altro non sono che schiaffi agli onesti cittadini che vedono salire alle stelle il costo delle bollette, del carburante, della spesa, la rata del loro mutuo a fronte delle proprie entrate inalterate da anni: per i lavoratori nessun adeguamento, nessuno scatto.
Questa - si ritiene - essere la ragione prima dell’astensionismo: i cittadini si allontanano sempre più dalle istituzioni, si aggrava lo scollamento esistente e perdurante tra la politica e i cittadini e la probabile morte della democrazia.
Giuseppina Rando