All’alba svetta vibrando l’araucaria
con la parola tua:
lame di luce, sillabe strinate
nella culla del silenzio
l’ineffabile miraggio
s’accascia, trema si spezza
l’infinito anelito
chiuso tempo del cerchio
A notte sulle croci tombali
si rifrange l’ultimo
bagliore lunare
muto risuona
tra te e te
il duplice eco
incanto e nostalgia
dell’indicibile.
Giuseppina Rando