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Nick da Rocca. Vetrina di giovani e giovanissimi talenti 
Alla Rassegna concertistica “Il suono di Liszt a Villa d’Este”
10 Maggio 2024
 

«Come ogni anno, fin dalla prima edizione, la Rassegna propone la presenza anche di giovani interpreti, sempre comunque di comprovati talento e bravura, consentendo loro un’esperienza particolare su, e insieme con, uno strumento inusuale e particolare, e contribuendo altresì a migliorarne l’immagine, poiché prevede una loro partecipazione alla pari con altri interpreti di lunga esperienza e di grande fama e prestigio nazionali ed internazionali».

Questa precisa asserzione campeggia nelle note introduttive della XII edizione de “Il suono di Liszt a Villa d’Este” che l’Associazione culturale Colle Ionci organizza a Velletri (Roma) con la partecipazione di Fondarc e con il contributo della Regione Lazio.

In particolare il segmento dei “concerti aperitivo” della domenica mattina, a cura del presentatore Giancarlo Tammaro e che costituiscono il nucleo tradizionale originario della Rassegna, esordiva il 3 marzo proprio con l’artista più giovane. La talentosa violinista Lucrezia Lavino Mercuri, veniva sottolineato, stava infatti per compiere 19 anni di lì a due settimane ed è perciò la più giovane partecipante finora, non solo della presente edizione, ma di tutta la rassegna in assoluto per quanto riguarda la programmazione ordinaria (escludendo cioè i “supplementi”). Un esordio comunque felicissimo, con una bella e coinvolgente interpretazione della celebre e sempre affascinante Sonata in La maggiore di César Franck che vedeva impegnato anche il M° Fabio Silvestro al pianoforte Erard del 1879, uguale a quello che aveva lo stesso Franck e sul quale sicuramente l’aveva composta: un particolare, questo, che ha probabilmente reso più intensa la partecipazione emotiva nell’esecuzione, che ha avuto tratti veramente emozionanti.

Il programma proseguiva con la Sonata n.1 di Gabriel Fauré quale doveroso omaggio, nel centenario della scomparsa, a questo autore meno noto ma non meno importante per la musica francese tra ‘800 e ‘900, ed anch’egli proprietario di un pianoforte Erard. Il titolo del concerto recitava del resto Duo violino pianoforte di autori proprietari di un Erard ed anche l’ultimo autore, Ravel, possedeva un piano Erard di inizio ‘900 conservato tuttora nella sua casa-museo. Era infatti Tzigane, che Ravel aveva composto per una giovane e straordinaria pianista ungherese, a concludere in modo brillante il programma, mettendo in luce le doti virtuosistiche della giovanissima violinista, cui appare particolarmente congeniale questo tipo di repertorio, che ha affrontato con padronanza piena, ovviamente, di entusiasmo giovanile, sostenuta comunque dalla tranquilla, ma pur espressiva sicurezza che le dava il M° Silvestro alla tastiera.

La vetrina di giovani concertisti è proseguita con continuità nei successivi concerti del 17 e 24 marzo, che impegnavano il valente giovane arpista olandese Joost Willemze – assai legato però all’Italia dove ha soggiornato per studi umanistici e dove torna spesso con piacere – e il duo di altrettanto giovani e valide violoncellista e pianista formato da Giulia Sanguinetti e Lucrezia Liberati.

Il concerto del 17 marzo era intitolato Gli strumenti di Erard: arpa e pianoforte in concerto – in quanto Erard ha inventato perfezionamenti decisivi sia per l’arpa che per il pianoforte moderni – non trattava alcun anniversario particolare, ma rievocava tuttavia la disputa di inizio ‘900 tra l’arpa cromatica di Pleyel e quella a pedali di Erard con l’esecuzione dei due pezzi che i relativi costruttori commissionarono rispettivamente a Debussy e a Ravel per sostenere il proprio strumento. Apriva il concerto un Duo per arpa e pianoforte di Jan Ladislav Dussek: alla tastiera dello storico piano Erard era l’ottimo Michelangelo Carbonara, che si rapportava con grande sicurezza e sintonia col giovane Willemze all’arpa, pur essendo un duo costituito per l’occasione, dando così prova entrambi di una grandissima professionalità e sensibilità musicale. Seguivano un brano di Liszt per solo pianoforte e tre brani per la sola arpa, cui evidentemente veniva dato più spazio, in quanto era la prima apparizione di tale strumento in questa rassegna. La seconda parte era invece tutta per duo di arpa e pianoforte, e tutta francese, con un Fantasiestück bello e assai piacevole di Paul Bazelaire e i due brani della disputa già ricordata: Danze sacra e profana di Debussy e infine Preludio e Allegro di Ravel, che concludeva con grande vivacità il concerto tra gli applausi vigorosi e convinti di un pubblico entusiasta.

Domenica 24 marzo il concerto prevedeva invece espressamente un omaggio a Puccini e Fauré nel centenario della scomparsa ed era intitolato “Un duo di giovani promesse” proprio in relazione alla giovane età di entrambe le componenti ed alla promettente bravura di questo duo, formatosi da appena un anno e che si sta affacciando ora sulla scena concertistica. Dopo un paio di brani di Puccini – una versione per violoncello e pianoforte dell’aria “E lucevan le stelle” da Tosca e un’altra del quartetto d’archi Crisantemi, che il giovane Puccini dedicò alla memoria del Duca d’Aosta – Giulia Sanguinetti al violoncello e Lucrezia Liberati al pianoforte affrontavano, con sicurezza e bella vena espressiva, la Sonata op.119 che il maturo Prokofiev aveva dedicato al giovane Rostropovič, come puntualmente spiegato nelle note del programma di sala. Nella seconda parte davano ancora una bella interpretazione della celebre Sicilienne e della Elegie di Fauré, concludendo infine il concerto con la Sonata n.2 op.99 di Brahms, che porgevano al pubblico in maniera vigorosa e coinvolgente. Ai calorosi applausi le due giovani concertiste decidevano di replicare la Sicilienne di Fauré, salutando così il pubblico in un’atmosfera morbida e rasserenante, quello che ci vuole in giorni così travagliati e pieni di incertezze a livello globale.

 

Nick da Rocca


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