Martino Ciano
Itinerario della mente verso Thomas Bernhard
A & B Editrice, 2022, pp. 72, € 10,00
La vita non si sceglie
la vita ci viene assegnata
come una maledizione
M. Ciano
Si legge d’un fiato il romanzo breve di Martino Ciano Itinerario della mente verso Thomas Bernhard, uscito per le Edizioni Bonanno nel 2022. È un racconto ambientato in un paesino del Sud che si affaccia sul mare, ed è la storia di una mente confusa che vive i suoi drammi individuali, nel tentativo di combattere l’angoscia, placare i rancori e tentare di sottrarsi a una resa dei conti familiare, dalla quale però non è possibile sfuggire in eterno.
Martino Ciano, in questo romanzo, ci conduce in un terribile viaggio nella solitudine e nella malattia della sofferenza, correlati al contesto sociale e familiare, i cui personaggi sono esemplari di una umanità priva di ogni possibile luce di redenzione. E lo fa mettendo allo scoperto fatti e situazioni nella loro nudità più cruda e brutale, muovendosi in bilico tra realtà e immaginazione, riuscendo a sbalordirci con una forza surreale agghiacciante.
Tutto il romanzo si dipana dalla ‘stanza con il camino’ al ‘lungomare’. La stanza con il camino, dove sono state allestire le camere ardenti dei genitori e della sorella, morti -forse- a distanza di un anno uno dall’altro e il lungomare, dove per il protagonista avviene il tentativo di trovare nell’arte e nella memoria una consolazione al disordine di se stesso e del mondo. Metaforicamente - per il giovane-aspirante-suicida - uscire, camminare, muoversi, significa andare oltre, abbandonare la staticità della stanza con il camino, scegliere se redimersi o dannarsi, andando incontro al proprio alter ego, verso Thomas Bernhard.
Colpisce da un lato la desolazione della provincia, l’immobilismo di un mondo chiuso, l’emblema di una famiglia che contiene il sé il germe autodistruttivo di un ‘padre’ arrabbiato e collerico, e dall’altro il labirinto ossessivo, i monologhi ininterrotti di un figlio-aspirante-suicida che vive, combattte e si nutre dei suoi gesti e delle sue parole. “È questa alternanza di odio e amore per il mio paese, racchiuso tra mari e monti, isolato dal mondo, è simile all’alternanza di amore e odio che aveva mio padre, perché proprio lui mi ha insegnano a odiare questo paese e a sperare che un giorno esplodesse o che un terremoto rendesse tutto un cumulo di macerie o che un’onda anomala lo trascinasse in fondo al mare”.
Parole di odio al di sotto delle quali tutto è buio, tutto s’allarga, c’è una profondità insondabile che ammala e che evidenzia fino a che punto l’animo umano si riveli vasto e sfaccettato, e quanto la letteratura possa aiutare in tal senso nella più intima scoperta di sé. “Nessuno come Thomas Bernhard è stato in grado di disintegrare la coscienza e solo lui potrebbe fare dei miei pensieri un romanzo, perché solo lui sarebbe stato in grado di attraversare i miei perturbamenti senza soccombere, perché solo lui riuscirebbe a correggere i miei pensieri, pensieri che io non riuscirei mai a immortalare su carta, perché trascrivere un pensiero è un atto di falsificazione, giacché nessuna parola stampata, scritta bene dal punto di vista ortografico, calligrafico e sintattico, riesce a dare forma alle parole pensate, le quali si muovono libere e senza regole nella coscienza”.
Ecco, in questa stanza con il camino che non è più solo la stanza degli affetti familiari, ma anche la stanza dello scrittore, della catarsi e della perdizione, la scrittura fitta e intricata di Martino Ciano incalza e con le sue impennate ossessive e depistanti si fa pathos, liberatoria e salvifica.
Martino Ciano (1982) è giornalista e direttore responsabile di DigiesseNews, testata giornalistica dell’emittente radiofonica Radio Digiesse di Praia a Mare. Vive a Tortora, primo paese dell’alto Tirreno cosentino. Scrive di letteratura e filosofia sulle webzine L’Ottavo, Zona di Disagio, Gli amanti dei Libri, Suddiario, Libroguerriero e sul suo blog BorderLiber. Nel 2018 il suo esordio letterario con Zeig, nel 2021 esce Oltrepassare, nel 2022 Itinerario della mente verso Thomas Bernhard.
Maria Pina Ciancio