Lo scaffale di Tellus
Marisa Cecchetti. “Resilienza” di Anna Violi
09 Ottobre 2022
 

Anna Violi

Resilienza

Giovane Holden, 2022, pp. 150, € 13,00

 

Anche Sara, la protagonista del romanzo di Anna Violi, forse ha ricevuto da qualche fata il dono dell’ubbidienza, abituata com’era a correre dalla madre quando glielo gridava solo per misurare la propria autorità, dimenticandosi poi la ragione per cui l’aveva chiamata. E che il marito, con le valigie in mano al momento di lasciarla, ha definito “comprensiva, generosa, sempliciotta, ingenua, romantica e idealista”.

La madre anaffettiva, algida, avara di abbracci e di attenzioni, tutta concentrata sul proprio aspetto e i propri amori extraconiugali, critica con lei fino al sarcasmo: “sembri una zitella inglese”, ne ha alimentato l’ insicurezza, il timore di non essere all’altezza delle situazioni, l’idea di non sapere interagire con gli altri, la disistima nei propri confronti, così ormai Sara ritiene che gli altri la vedano come una nullità.

Nel dolore del divorzio dal marito, oppressa dal senso dell’abbandono più totale, sceglie di andare a vivere alla periferia della sua cittadina, in uno strano edificio ereditato dal nonno, un catojo, dove è rimasta anche Francuzza, una donna silenziosa, rude ma generosa, che ha assistito il nonno nel bisogno e ha ottenuto da lui il diritto di restare. Sara lavora in un bar in attesa di un posto da insegnante.

Con queste premesse, affascinando il lettore con scorci ambientali carichi di suggestioni, con la voce del mare in sottofondo, “maestoso e sfuggente”, Anna Violi ci introduce in una storia che acquista una tensione interna sempre maggiore, con l’introduzione di un personaggio tormentato, dai comportamenti sospetti e inquietanti, che danno al romanzo il sapore del giallo. E di un uomo che ha perso la memoria dopo una tragedia che l’ha coinvolto, ma non ha smarrito la gentilezza, la sensibilità verso gli altri, e non ha inaridito il cuore.

Prova a ricostruirsi piano piano, Sara, evitando che la noia riempia le giornate, dando un senso e una ragione alla sua vita. Il volontariato presso un rifugio per animali abbandonati -del resto lei è sempre pronta a raccattare e adottare qualche trovatello-, la cattedra ottenuta presso il liceo locale e il rapporto costruttivo con gli allievi, le passeggiate sul lungomare e le confidenze con un’amica, la presenza silenziosa ma affettuosa di Francuzza, tutto contribuisce a fare di lei una persona nuova, che se non ha la gioia, perché nessuno la compensa della carezze e delle attenzioni mancate, ha comunque una forte energia positiva che trasmette anche agli altri.

La sua innata tendenza alla generosità, scevra da pregiudizi e comunque spinta dalla volontà di capire le radici di comportamenti discutibili e situazioni dolorose, la porta dentro alla vita delle persone e a scoprirne i segreti più profondi che hanno inciso sul comportamento e sul carattere. Le tinte di giallo si smorzano piano piano.

Duri gli scontri con la madre, perché sono due donne su opposte sponde. Ma se in passato Sara ha subito Elvira -questo il nome della madre- ora ha la forza sufficiente per reggerne il sarcasmo, per ascoltarne le confessioni e aiutarla a cambiare. Ora dice quello che pensa, non è più la buonista di un tempo, lei che comunque non si è mai omologata.

Arriverà la gioia anche per Sara? Potrà essere per qualcuno “un getto d’acqua fresca?” Senza dubbio, ora che è una persona nuova, sarà capace di riconoscerla, la gioia, e di viverla senza paura, nel caso che essa arrivi.

 

Marisa Cecchetti


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