Roberto Saviano
Solo è il coraggio
Giovanni Falcone. Il romanzo
Bompiani, 2022, pp. 582, € 24,00
Al sangue versato
che non secca mai
È il libro a cui Roberto Saviano ha dedicato ogni energia e scritto con determinazione: un lavoro meticoloso di ricostruzione (lettura di testi, testimonianze, documenti processuali) trasposto in una narrazione che l’Autore chiama romanzo, ma romanzo non è.
È invece - per il lettore - un constatare continuo del precario stato di salute del Paese Italia.
…Sembra che questo Stato sia ammalato, che alcune sue cellule si rivoltino contro di lui, e che il suo sistema immunitario - gli uomini come Costa e Terranova, per esempio - sia un apparato residuale, messo all'angolo dal proprio stesso organismo. Lasciato solo, infiacchito. Eroso passo dopo passo, mutazione dopo mutazione, finché diventa complicato distinguere la parte sana da quella marcia. Il lavoro di sabotaggio delle cellule buone è scientifico e graduale…
Lo scrittore Roberto Saviano in Solo è il coraggio. Giovanni Falcone. Il romanzo racconta in sostanza una “materia” che è una “immane” realtà che ha lasciato segni indelebili nella società del nostro tempo.
Una narrazione scaturita da fatti tangibili che ne fanno “una storia vera”, scrive l’Autore nella breve nota introduttiva, spiegando inoltre che se …su diversi episodi esistono più versioni e molteplici ipotesi… di volta in volta ho scelto quella che consideravo più verosimile e convincente…
Per questo i fatti raccontati non hanno mai una linearità o consequenzialità, ma sono sparsi e interrotti, quasi a porre in risalto il divenire della realtà.
Il realismo di Roberto Saviano appare così tanto esistenziale, sociale e storico quanto oggettivamente concreto nei fatti narrati riflessi nello stile, nel registro linguistico e nella scelta accurata della parola intenta a svelare gli oscuri meandri della psiche umana.
Una scrittura precisa, frutto di un incessante lavorìo tecnico proprio per unire, in maniera profonda, quella storia e il modo di raccontarla.
Un racconto sorretto da note bibliografiche via via indicate e riscontrabili in fondo al volume.
Per colmare vuoti o connettere i fatti – l’Autore, scrive ancora nella nota introduttiva – ha fatto ricorso all’immaginazione, ipotizzato brevi scene o dato corpo a emozioni e pensiero… fatto in modo mai arbitrario… ma su base di testimonianze storiografiche o indizi concreti… un retablo costruito grazie alla strumentazione letteraria che il romanzo concede ; ogni scena inquadra il dramma di un Paese intero, in cui la verità è talmente contorta da superare la fantasia più ardita…
Una realtà non statica, irrigidita, ma dinamica in sintonia con l’evoluzione di fatti e persone, vittime innocenti della perversa logica mafiosa. Persone come Cesare Terranova, Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Boris Giuliano, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, l’agente Ninni Cassarà, Paolo Borsellino e molti, moltissimi altri che hanno lavorato conoscendo il prezzo delle loro idee e azioni. Sono tutti pilastri fondamentali nella storia di Falcone, che ben ne riconosceva l’importanza; difatti, lavorare contro la mafia è come una staffetta, dove ognuno fa un po’ di strada, passa le carte al prossimo e se ne va al Creatore.
Consapevole di ciò Rocco Chinnici, indiceva una riunione del pool tutte le settimane, per far sì che lo stato delle indagini di ciascuno venisse condiviso con gli altri.
Lo faceva per un motivo preciso: evitare che, alla morte di uno dei componenti, i risultati raggiunti venissero smarriti.
Era ed è una vera e propria guerra, quella contro con la mafia.
Con la pubblicazione di Solo è il coraggio, dedicato “Al sangue versato che non secca mai” nel trentennale della strage di Capaci, lo scrittore Roberto Saviano ha voluto rendere omaggio a Giovanni Falcone icona della lotta alla mafia.
Dal 23 maggio 1922 Giovanni Falcone è divenuto simbolo della lotta alla criminalità organizzata e simbolo di magistrato isolato proprio all'apice della sua carriera: lasciato solo ad affrontare la piovra con i suoi mille tentacoli di corruzione e di morte.
Solo è il coraggio dell’uomo che fa leva unicamente sulle personali idee di giustizia ed onestà. Onestà e rettitudine che fanno breccia persino sul boss dei due mondi Tommaso Buscetta (pentito d’eccellenza) a cui Falcone ispira un impensato senso di sicurezza: la sua aria timida, il carattere un pochino schivo, mai esuberante, mai sconfinante nella mancanza di rispetto lo fanno pensare alla forza tranquilla di giustizia…
Così pagina dopo pagina, in 75 brevi capitoli, viene narrata in modo minuzioso e documentato la vita di un uomo che ha dato prova delle propria coerenza e da giudice dato il via ad una presa di coscienza della lotta contro un’istituzione criminale che affossa l’economia, stringe nelle sue spire qualsiasi possibilità di cambiamento e incoraggia la paura e l’omertà.
Un giudice così illuminato da affermare: …Per me l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, ma è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo. Altrimenti perde il suo significato e diventa incoscienza.
Saviano, in effetti, non tralascia di descrivere l’uomo/ Falcone con i suoi dubbi, le sue incertezze, il suo carico di paura e di dolore che resiste a tutti gli eventi in nome di un alto ideale, quello della lotta a Cosa Nostra dimostrandone addirittura l’esistenza e la pericolosità quando tutti, Stato compreso, ne sottovalutavano gli effetti. In poco tempo, credendo fortemente nell’utilità del suo lavoro, istruisce nel 1985, con la collaborazione dei suoi colleghi, primo fra tutti Paolo Borsellino e i pentiti Buscetta e Contorno, il famoso Maxi processo con ben 475 imputati.
Solo è il coraggio un volume di quasi 600 pagine da cui fanno capolino retroscena incredibili e connivenze impensabili. Un testo che potrebbe considerarsi un’opera di Storia contemporanea nella quale si collocano legami, mai del tutto chiariti, tra politica e mafia.
Un testo imperdibile per conoscere i nomi, i fatti e le persone coraggiose che hanno segnato la storia dell'antimafia nella speranza che la loro eredità possa essere accolta al fine di realizzare consapevolezza nell'animo, nella coscienza e soprattutto nell’azione di ogni cittadino.
Giuseppina Rando