Il mortaio
Alla scoperta del patrimonio enogastronomico di Valtellina e Valchiavenna
12 Febbraio 2007
 

Si sta svolgendo in questi giorni un'interessante iniziativa dell'Università degli studi di Scienze gastronomiche. Dal 9 al 14 febbraio, infatti, gli studenti del secondo anno del Corso di Laurea avranno modo di conoscere il patrimonio enogastronomico di Valtellina e Valchiavenna. Lo stage è fortemente ancorato alle produzioni enogastronomiche del territorio.

Il primo giorno gli studenti hanno seguito delle lezioni introduttive sul territorio dal punto di vista storico, sociale e gastronomico presso la sede di Irealp (Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia Applicate alle Aree Alpine) ed effettuato una visita presso l’azienda Nino Negri in Chiuro.

Le giornate successive saranno dedicate allo studio dei terrazzamenti valtellinesi per identificarne i principali caratteri territoriali. Gli studenti avranno modo inoltre di conoscere diversi Presidi Slow Food: il Grano Saraceno della Valtellina, uno degli alimenti fondamentali nella dieta dei contadini della Valtellina e dell’intero arco alpino fino all’inizio del secolo scorso e di cui oggi sopravvivono poche coltivazioni di dimensioni ridotte; il Bitto, uno dei simboli della produzione casearia lombarda. A questo proposito visiteranno i locali di stagionatura dell’Associazione Produttori Valli del Bitto.

In Valchiavenna, dove si trasferiranno negli ultimi due giorni, approfondiranno i salumi tra cui la bresaola e il Violino di Capra (Presidio Slow Food), singolare salume prodotto con la coscia e la spalla della capra, lavorato ancora oggi a mano da alcuni artigiani secondo le antiche tecniche tradizionali.


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