Lo scaffale di Tellus
Barbarah Guglielmana. Una dolce ricetta di racconti 
“Ritratti di zucchero” di Damiana Giacobbe
27 Gennaio 2021
 

In cucina funziona come nelle più belle opere d’arte: non si sa niente di un piatto fintanto che si ignora l’intenzione che l’ha fatto nascere.

(Daniel Pennac)

 

 

Damiana Giacobbe è l’autrice di RITRATTI DI ZUCCHERO, una raccolta di racconti vincitrice del premio letterario “J. Prevert”, 2020.

Protagoniste della sua scrittura sono donne, con storie raccontate da dentro, dall’interiorità del loro stesso esistere e percepirsi, che non interpellano giudizi morali o culturali, ma che narrano il vivere dell’essere donna nella propria difficoltà umana, e che con un pizzico di ironia, o di lievito per dolci! viene condita di volta in volta con un gateau diverso.

La storia di una giovane adolescente alla scoperta del sesso: “Prima d’ora non avevo mai osservato a lungo il mio corpo, non mi ero mai definita bella, e notavo sempre il modo in cui i ragazzi guardavano le mie amiche e non me, ma confidavo nella mia autoironia nei miei libri...”

Una donna tradita più volte dal marito: “Tornai a casa e rimasi seduta dentro la vasca da bagno vuota per un’infinità di tempo, dovevo prendere una decisione. Avevamo appena comprato casa, i bambini adoravano il loro padre scontroso e io non mi sentivo pronta a dirgli addio, sperai e mi convinsi in una scappatella momentanea e diedi inconsciamente la colpa a me, alle mie mancanze come moglie e amante”.

Una amante illusa: “Negli anni imparai a conoscerlo talmente bene da capire cosa stesse per dire prima ancora che parlasse, a prevenire ogni suo bisogno, ad accudirlo con un amore privo di sano egoismo, ero la sua amante, la sua amica, la sua infermiera, la sua psicologa, la sua prostituta. Potevo divenire chiunque lui volesse e senza esserne realmente consapevole iniziai ad accettare che la vita procedesse così, che lui fosse mio per metà, che avesse dei figli da crescere e una donna ad attenderlo a letto al suo ritorno”.

Una nonna alle soglie dei novantanni, che sembra salutare in una tavolata di famiglia tutta la sua discendenza: “Quando si diviene vecchi il passato non è più fonte di rimorsi o di rimpianti ma di tesori da preservare, di attimi impressi eternamente nell’animo, ed è giusto che sia così, che siano i giovani a viversi il presente e a pensare al futuro, noi anziani resteremo i custodi del passato, la memoria, le fondamenta che li sorreggeranno sempre".

Una donna alla scoperta di un amore omosessuale: “Ad essere onesta non lo so, è come se la conoscessi per quanto mi ricorda te ma al tempo stesso è una estranea... è bella, intelligente, spiritosa, ha grinta e coraggio, una volontà di ferro”.

Una neo mamma esausta dei suoi primi giorni con un pupo da non lasciare mai solo: “Chi accetterebbe di cambiare al punto da guardarsi ogni mattina allo specchio senza riconoscersi, chiedendosi chi è questa tizia stralunata che mi guarda?”

Una donna sposata da tanto tempo: “Vi vedo spenti, un tempo non facevate che blaterare in continuazione, perlomeno tu ciarlavi e papà annuiva silenzioso, adesso sembrate distanti...”.

Una donna nella sua lotta al tumore: “A essere sincera ho volutamente ignorato i sintomi attribuendoli alla stanchezza, allo stress, a una vita troppo frenetica, ma una parte di me conosceva la risposta...”

Una donna alla fine di un amore: “Quando, mesi dopo presi la decisione di lasciarlo, lui mi accusò di essere cambiata, ma quanto c’era di vero in quella accusa se neppure io ero in grado di capire con certezza chi fossi stata prima di lui e chi fossi in quel momento?”

Meringa all’italiana, torta al limone crostata di fragole, èclair au chocolat, tiramisù, gelato alla nocciola, cheesecake al caramello, torta Sacher, mandorle caramellate. Amelia, Leda, Aida, Patricia, Victoria, Chloe, Alice, Alma, Isabella. Damiana Giacobbe sa catturare l’attenzione, sa mantenerla e sa destare la curiosità nel lettore, desideroso di capire se quella donna riuscirà a riprendere in mano la sua vita, oppure se la lascerà in mano ad altri. Usa collane di aggettivi a descrivere i sentimenti, tratteggia mascara scuri ai volti che conosciamo bene nelle amiche e dentro di noi, indaga il turbinio della desolazione talvolta come se conoscesse già la vita, talaltra lasciando intendere che certe soluzioni sono prese in modo troppo dolce, non sempre realistico e privo di spezie amare. Ma le donne di questa giovane scrittrice potrebbero essere alcune delle donne di Alba De Cespedes, quelle di Nessuno torna indietro, per quelle donne che decidono di scegliere. E per le altre donne che non possono decidere, a cui non ha dato voce, chiediamo alla scrittrice di preparare altri dolci.

 

Barbarah Guglielmana


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