Lo scaffale di Tellus
Luciano Luciani. Si scrive Luz, si legge ricerca di sé e di senso
20 Novembre 2020
 

Emanuele Andreuccetti

Luz

E se la tua città nascondesse molto di più di ciò che vedi?

Verdechiaro Edizioni, 2019, Baiso (Re), pp. 345, 18,00

 

Un impianto da feuilleton ottocentesco rivisitato alla maniera del celeberrimo Dan Brown; un romanzo di formazione che incrocia la contemporaneità con particolare riguardo al disagio giovanile e alla precarietà materiale e morale delle ultime e penultime generazioni; la memoria di un passato tragico ed efferato che ai nostri giorni ancora non si è spenta e si mescola con l’esoterismo cabalistico… E poi una setta cristiana new age dalle intenzioni opache almeno quanto le sue pratiche mistico-religiose, mentre su personaggi e protagonisti incombono misteriosi “poteri forti”, capaci di ogni malvagità per scopi che restano enigmatici ai più. Agitate bene il tutto, lasciatelo sedimentare, aggiungeteci un pizzico di Templari, quindi Santo Graal quanto basta ed ecco definirsi sotto gli occhi del Lettore curioso le pagine di Luz, ampia narrazione avventuroso-filosofica dello scrittore toscano Emanuele Andreuccetti, sul tema dell’improba fatica di trovare se stessi e un proprio personale percorso nel mondo grande e terribile.

Riusciranno i nostri eroi, Jonas, un inetto trenta/quarantenne, e la sua compagna e coetanea, Natalia, incerta, problematica e segnata da tante e tante ferite psicologiche, a essere, se non felici, almeno sereni e a conquistarsi un po’, solo un po’, di pace interiore? L’Autore risponde positivamente al quesito che, capitolo dopo capitolo, mistero dopo mistero, un disvelamento dopo l’altro, interroga il Lettore. Ancora una volta, dunque, almeno nella letteratura, il bene vince sul male. Ma, come accade nella migliore tradizione romanzesca, non sarà facile e i due protagonisti conosceranno non poche battute d’arresto e brucianti, dolorose sconfitte. Rendendosi, però, anche capaci di decisivi passi in avanti sulla strada della faticosa ricerca della propria libertà personale, fuori e dentro di sé, affrontando prove molto dure, al limite delle loro capacità fisiche e psichiche.

Per fortuna, come avviene nella migliore consuetudine del romanzo popolare, i due eroi di Luz avranno la ventura, o forse l’abilità, di trovare e scegliere sulla propria strada dei “luogotenenti”, degli “aiutanti” straordinari e provvidenziali: il professor Pacifici, un pensionato dalla infinita erudizione, e Ariel, personaggio indecifrabile ma votato al bene, l’uno e l’altro capaci di sguardi lunghi sul passato e sul futuro e quindi in grado di riorientare Jonas e Natalia per di indirizzarli lungo la via meno impervia.

Una trama complessa quella di Luz, ricca di anfratti narrativi, improvvise accelerazioni, forti contrapposizioni e continui colpi di scena, priva, però, degli effettacci horror/splatter di tanta narrativa contemporanea. Per raccontarla con pienezza, Andreuccetti, come avveniva un tempo nel romanzo d’appendice, ricorre intelligentemente a una lingua semplice, diretta, fruibile per proporci, in direzione ostinata e contraria con i tempi depressi che stiamo vivendo, un finale al tempo stesso combattivo, agonista, e pieno di speranza. Queste le parole conclusive di Jonas all’amata Natalia: “Ho compiuto un viaggio nel profondo di me stesso e ho scoperto la gloria che stavo nascondendo per paura della vita. Non andrò più dietro alla vanità e alla menzogna. Sono un angelo ormai, non canto più… Ora grido”.

 

Luciano Luciani


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