Non ci era bastato un Celentano filosofo da angiporto, ora ci tocca anche un Roberto Mancini sociologo da osteria a spiegarci come lo sport rivaleggi in importanza con la scuola.
L’improvvido ciarliero è riuscito a dire la sua un attimo prima che la Francia sospendesse la Parigi-Roubaix ma non chiudesse le scuole.
Forse i cugini d’oltre alpe non hanno avuto la fortuna di poter ascoltare l’illuminato pensiero del CT azzurro il quale, sia detto senza invidia, guadagna 2 milioni di euro netti all’anno, e forse la sua incauta esternazione era solo motivata dal desiderio di poterseli guadagnare essendogli doloroso il dolce far niente.
Ma si sa che il mondo dei pedatori, per dirla alla Brera, è bizzarro. Fatto di metafore, allegorie e traslati che affascinano e rapiscono anche le menti più sublimi.
Per dirne una, quella che da sempre mi ha profondamente avvinto e convinto che, in fondo, la matematica sia solo un’opinione.
Dice il telecronista (o radiocronista a scelta): “Il primo tempo si è concluso in perfetta parità!” Se esiste una perfetta parità ne dovrà obbligatoriamente esistere anche una imperfetta, tipo 1 e un quarto a 1, o 2 a due e un pezzettino.
Lo so, non è ancora stata scoperta. Ma se lo dicono loro deve essere vero. Parola di Mancini.