Diario di bordo
Sergio Caivano. Ha vinto l’Europa, ha vinto l’Italia
21 Luglio 2020
 

Alla fine, dopo una serie infinita d’incontri bilaterali e collegiali che hanno messo in luce alcune profonde differenze tra i 27 Stati che compongono l’Unione europea, alcuni “sovranisti”, alcuni “frugali”, altri più attenti all’unità che era sul punto di saltare, ha prevalso il buon senso, dopo scontri duri, come quello tra Italia ed Olanda e, anche, con altri Paesi. Tutti hanno compreso che L’Europa era giunta ad un bivio: o sopravvivere o sfasciarsi, con tutte le imprevedibili ma comunque devastanti conseguenze sul piano politico, economico e commerciale. Ciascun Paese ha rinunciato a qualcosa, e alla fine si è raggiunto un accordo, seppur in modo estenuante e faticoso. Lo ha annunciato ufficialmente Charles Michel, Presidente del Consiglio d’Europa.

Ha vinto l’Europa, la consapevolezza che nessun Paese, da solo, è oggi in grado di autogovernarsi, di fronte ad una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, che dal confino di Ventotene al quale erano stati reclusi dalla dittatura fascista avevano sognato un’Europa federale e solidale, oggi sarebbero, in parte almeno, soddisfatti. Il Recovery Fund è stato dotato di 750 miliardi: 390 di sussidi e 360 di prestiti. Ma ha vinto chiaramente anche l’Italia, che si è vista riconoscere il merito di aver affrontato da sola la pandemia del coronavirus covid 19 e di averla, almeno in parte, domata con una politica tutto sommato adeguata alla pericolosità e di aver, inoltre, offerto la sua esperienza, in merito, agli altri Paesi. Bisogna riconoscere alla delegazione italiana, ed al Presidente Conte in particolare, il merito di aver tenuto alto il prestigio del Paese nel corso della lunga ed estenuante trattativa, e di non aver mai ceduto sui programmi prefissati.

In concreto all’Italia verrà riconosciuto il 28% del fondo. Arriveranno complessivamente 208 miliardi, dei quali 81,4 a titolo di sovvenzioni a fondo perduto e quindi senza alcun onere, e 127,6 a titolo di prestito da rimborsare a tassi d’interesse contenuti. Il denaro verrà raccolto con gli Eurobond. I fondi verranno assegnati a partire dal 2021. Bisogna dar atto che, a condurre in porto la difficile trattativa, sia stato decisivo l’atteggiamento di Angela Merkel, dimostratasi una vera statista, ben conscia che, su questo punto, l’intero concetto di Europa poteva saltare. Una mano importante gli è stata offerta anche da Macron. Del resto oggi, Germania e Francia costituiscono l’asse portante dell’Unione europea. Resta ancora aperta la possibilità, per il nostro Paese, di portare a casa altri 36 miliardi del Mes, da spendere per la sanità. Ma, su questo punto, permangono le ubbie ideologiche dei 5S.

Portato a casa il bel risultato di Bruxelles, adesso il Governo Conte dovrà dimostrare con i fatti di essere in grado di spendere bene i mezzi monetari che saranno a suo disposizione. Dovrà condurre e portare a termine una politica di rilancio dell’economia, attraverso una serie d’investimenti pubblici -e privati- mirati ad incrementare i livelli occupazionali, a migliorare il servizio sanitario rendendolo uniforme in tutto il Paese, ad eseguire le tante infrastrutture necessarie, a combattere il dissesto climatico ed idrogeologico, ad incrementare la spesa per la scuola di ogni ordine e grado, dall’asilo all’Università. Infine dovrà studiare un sistema fiscale più semplice ma sempre basato sul principio della progressività dell’imposta, così come vuole la Carta Costituzionale.

Ciascuno di questi punti meriterebbe un esame particolare. Altri potrebbero essere aggiunti. Ma questo è il momento del successo italiano che dobbiamo festeggiare. Il resto, speriamo, verrà nei prossimi anni.

 

Sergio Caivano


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