Aborto/RU486. Quello farmacologico č legale e non pių procrastinabile
30 Gennaio 2007
 

L'aborto farmacologico è nello spirito della Legge 194, in quanto “metodo abortivo meno traumatico per la donna e rispetto alla salute”. Con questo giudizio, il Gip di Milano Enrico Manzi ha archiviato il procedimento contro i medici dell'ospedale “Buzzi” della medesima città, che avevano somministrato il farmaco Mothrotexate (Mtx) a 53 donne per l'interruzione di gravidanza. Questa sentenza conferma che la pillola abortiva (Mtx, ma anche e soprattutto la Ru486) è non solo legale, ma addirittura doverosa secondo la Legge 194, dove è scritto chiaramente che le regioni, le università e gli enti ospedalieri devono «promuovere le tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza».

Ma il Gip ha anche archiviato l'accusa di violazione dell'articolo 8 della legge 194 (che permette l'aborto solo in strutture pubbliche), in quanto le pazienti dell'ospedale “Buzzi” sono andate a casa dopo la somministrazione del farmaco, tornando in ospedale 48 ore dopo per assumere un altro farmaco necessario per l'espulsione del feto. Questo significa che -come avviene in tutti i Paesi dove l'aborto farmacologico è già una opzione per le donne- non è necessario essere ricoverati per tre giorni una volta assunto il farmaco abortivo.(1)

 

L'aborto farmacologico è ultrasperimentato, tanto da essere raccomandato dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Eppure in Italia stiamo ancora attendendo la registrazione della pillola abortiva, nonostante sia in uso in 21 Paesi europei da moltissimi anni. Ci si nasconde dietro l'alibi della sperimentazione in corso al “Sant'Anna” di Torino per impedire la piena applicazione della legge italiana e, soprattutto, il rispetto della libera scelta delle donne.

L'uso di Mtx, come valida alternativa alla Ru486, non è però più praticabile dal 1° gennaio 2007. Con la Legge finanziaria 2007, infatti, è stato vietato l'uso off-label dei farmaci, ovvero farmaci somministrati per patologie, con posologie o modalità di somministrazione non registrate o non incluse nel foglietto illustrativo del farmaco (è questo il caso del Mtx, registrato solamente come antitumorale o per curare l'artrite). A questo proposito, per tutti gli off-label, ho già presentato una interrogazione al ministro della Salute Livia Turco.

 

Nell'attesa della estenuante, travagliata e ormai superata sperimentazione in corso a Torino, mi auguro che il ministro della Salute non voglia porre ostacoli, come i suoi predecessori, alla procedura comunitaria di riconoscimento della Ru486 avanzata dal produttore farmaceutico Exelgyn. Entro breve -a febbraio, come ha comunicato la stessa Exelgyn- mi aspetto questo doveroso riconoscimento e la registrazione in Italia della pillola abortiva.

 

Donatella Poretti

 

 

(1) Che è il motivo per cui, durante la passata legislatura, l'allora ministro della Salute Francesco Storace aveva fatto interrompere la sperimentazione della pillola RU486 all'ospedale “Sant'Anna” di Torino.


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