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Enrico Bernardini. Italia 2019: lieve incremento della percezione positiva degli immigrati
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L'immigrazione in Europa. (Fonte: www.shutterstock.com) 
16 Dicembre 2019
 

Il presente articolo intende ragionare sui dati in materia di percezione dell'immigrazione forniti dall'European Social Study Survey, un ente che si occupa d'indagini accademiche transnazionali con sede a Londra (ma che vede coinvolto l'intero Continente) che ha iniziato la sua attività sin dalla sua fondazione nel 2001.

Le ricerche hanno il fine di misurare i modelli comportamentali, gli atteggiamenti e le convinzioni degli europei perseguendo i seguenti obiettivi: analizzare i cambiamenti nella struttura sociale, politica e morale europea; raggiungere standard elevati nella ricerca nel campo delle Scienze Sociali; introdurre nuovi ed aggiornati indicatori basati sulle percezioni e sui giudizi dei cittadini; incrementare la formazione di ricercatori sociali europei nelle analisi di tipo quantitativo; migliorare la diffusione e la visibilità dei dati riguardanti i cambiamenti sociali nel mondo accademico e presso la società civile.1

L'indagine presa in esame, svolta con cadenza biennale, dell'European Social Survey (ESS) presenta i dati raccolti in 19 Paesi tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019.

I dati presenti in questa versione sono stati raccolti in Svizzera, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Slovenia, Serbia, Estonia, Finlandia, Bulgaria, Cipro, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Olanda, Norvegia, Polonia e Regno Unito. Da un punto di vista metodologico, si tratta di una ricerca quantitativa frutto di interviste con domande a risposte chiuse somministrate a migliaia di persone selezionate in modo da risultare un campione significativo della popolazione dei Paesi europei considerati.

Le tipologie delle domande riguardavano: giustizia, equità, la pianificazione degli eventi importanti della vita come il matrimonio, la genitorialità, la pensione, le diseguaglianze sociali, economiche ed educative, il livello d'inclusione dei migranti, la sostenibilità ecologica e sociale, la fiducia sociale ed i media, la religione, l'identità nazionale ed etnica, l'inclusione/esclusione sociale, la politica ed il benessere soggettivo. Inoltre era presente anche un quesito circa l'orientamento di voto in caso di nuovo referendum sull'adesione all'Unione Europea, al fine di valutare le risposte dei soggetti intervistati alla luce dell'avanzata in Europa di formazioni politiche avverse a Bruxelles.2

Nello specifico, durante l'inchiesta diverse domande sono state dedicate al tema dell'immigrazione per sondare l'opinione delle persone in merito ad una considerazione negativa o positiva del fenomeno, inteso come driver di miglioramento della qualità della vita del proprio Paese.

Considerando una scala di valori da 0 a 10 dove a 10 corrisponde la valutazione più favorevole, gli italiani risultano terzi in Europa per risposte negative (tra 0 e 2), superati soltanto da Bulgaria e Repubblica Ceca.

Il valore più negativo possibile (0) è stato indicato da oltre il 10% del campione considerato e, più in generale, il 25% dei connazionali conserva un'opinione negativa in merito. Oltre a Bulgaria e Repubblica Ceca i maggiori giudizi sfavorevoli sono di Regno Unito (10%), Germania (10%) e Francia (15%) mentre quelli positivi sono attribuiti ai Paesi del Nord Europa ed alla Svizzera, probabilmente per la sua decennale storia legata all'immigrazione.3

Dall'esito dello studio gli italiani risultano tra i popoli europei meno tolleranti nei confronti delle minoranze, superati soltanto da alcuni Paesi dell'Est anche se, secondo l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il nostro Paese non è tra le nazioni dove risiedono più stranieri e non ha visto crescere la criminalità negli ultimi anni. Infatti, in base ai dati ufficiali dell'Organizzazione, gli stranieri in Italia sono circa il 10,4 % mentre, ad esempio, in Belgio sono il 16,8% o in Austria il 19,4%.4

Ma i dati riportati, seppur negativi, se confrontati con il precedente rapporto del 2016/2017, appaiono sicuramente meno sfavorevoli in quanto, nella passata edizione dell'Indagine, le risposte degli italiani erano state le peggiori in assoluto in Europa tanto che, più di un terzo degli intervistati, aveva dichiarato che l'Italia sarebbe diventata un luogo peggiore in cui vivere a causa degli immigrati.

Complessivamente, questa tendenza risulta simile a quella del 2012 dove certamente il nostro Paese appariva tra le nazioni meno tolleranti, ma non raggiungeva le vette del 2016/2017. I risultati, sia del 2016/2017 che gli odierni, sembrano essere legati al consenso e alla propaganda di partiti politici ostili all'accoglienza dei migranti anche perché, considerando le fonti ufficiali ed accreditate,5 ad esempio, in Germania e Svezia,6 dovrebbero esserci molte più ostilità verso gli stranieri a causa dei centinaia di migliaia di richiedenti asilo accolti dal 2015 ad oggi ed inseriti poi in percorsi di qualificazione professionale grazie a misure specifiche.

Essere occupati, nei Paesi del Primo mondo, dipende sempre di più dal possesso o meno di specializzazioni e, in alcuni settori, vi è sempre una maggiore domanda di lavoro che, per essere soddisfatta, ha fisiologicamente bisogno d'immigrazione, tenendo conto anche dei bassi livelli demografici dell'Europa. Infine, il divario sempre crescente fra Paesi ricchi e poveri, unito ai costi minori dei trasporti, determinerà un incremento progressivo del fenomeno migratorio (Czaika & de Hass, 2011) considerando anche il fatto che, attualmente, i flussi di mobilità sono minori rispetto al passato poiché hanno subito meno l'influenza di altri attori della globalizzazione, come i movimenti delle reti commerciali e di grandi capitali (Faini, 2003).

 

Enrico Bernardini

 

 

Bibliografia

Czaika, M., H. de Haas (2011). Determinants of Migration to the UK. Migration Observatory Briefing. Oxford: COMPAS, University of Oxford.

Faini, R. (2003). “The brain drain: an unmitigated blessing?”. Development Studies Working Paper n. 173. Torino: Centro Studi Luca d’Agliano.

 

 

1 Fonte: ESS European Social Survey.

2 Fonte: www.europeansocialsurvey.org, 31/10/2019.

2 Fonte: Davide Mancino, “Migliora (di poco) l’atteggiamento degli italiani verso gli immigrati. Non verso gay e lesbiche”, ne ilSole24ore.com, 05/12/2019.

4 Fonte: OECD.

5 I dati generali sui richiedenti asilo in Europa sono forniti da Eurostat.

6 Per maggiori informazioni circa i richiedenti asilo si rimanda al sito web dell'Agenzia Onu per i rifugiati.


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