Vetrina/ Alberto Figliolia. Due poesie in Addis Abeba | | 05 Novembre 2019
Audrey Hepburn
ad Addis Abeba
Mi catturano il sorriso accennato
e lo sguardo lieve, perduto,
di Audrey Hepburn
stampati sul retro del sedile
delle cassiere del supermarket
di Addis Abeba.
Non frusciano le banconote
consumate dall'uso,
come noi che il tempo corrode.
La pala al soffitto muove l'aria traspirata
dalla congerie umana che s'avvicenda,
che scorre senza sapersi.
S'alternano amarico e inglese,
e tratti cantilenanti di mandarino,
in brevi, frettolosi conciliaboli
quando la natura del mondo è ignorata.
Di spalle le due cassiere offrono
le nuche e le acconciature
come fossero state regine:
gesti atavici, lenti, eleganti;
una si aggiusta la gonna verde smeraldo
spostando le dita
come sulla tastiera di un pianoforte,
l'altra conta il denaro
e gli orecchini brillano
come piccoli soli artificiali.
Ora tutto giace sospeso:
soltanto il respiro sotterraneo della città,
soltanto il sospiro senza tempo
del cielo,
soltanto...
Addis Abeba, domenica 27 ottobre 2019
Alberto Figliolia
I bambini della notte
Si muovono nella notte,
la colla nella manica
a sniffare paradisi;
sono pupille dilatate nel silenzio,
in attesa di una mano amica,
di un sorriso fraterno,
di ricordi svaniti
in un viaggio di polvere senza ritorno,
e fuggono da una strada all'altra
e giacciono e fuggono
e ancora giacciono:
esausti, magri, abbandonati,
sopra la sabbia, fra pezzi
di cemento, nell'erba arida.
Per compagnia quali sogni?
E quali risvegli?
Forse la notte è ancora una possibilità
per quei sorrisi stenti, spenti.
Ma il giorno? Il giorno è un'odissea
di pietra, un vagare da fantasmi,
senza identità, senza ragione.
Invisibili.
Invisibili.
Scomparsi fra la gente,
le misere botteghe,
le auto onnivore,
le lamiere ondulate della paura.
Invisibili.
Invisibili,
e bambini.
Addis Abeba, 24 ottobre 2019
Alberto Figliolia
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