Marco Giorgini
Il Mistero della Statuetta Egizia
KULT Virtual Press, pp. 289, € 7,99
distribuito da Amazon
Modena, anni ’80. In una sera di giugno tre amici quattordicenni (Matteo, Giulio e Alex) scorgono, in un’area buia chiusa al pubblico dell’Orto Botanico, due stranieri intenti a estrarre oggetti da grossi vasi, osservati, tra le ombre, da Anubi. Quando l’operazione termina, Matteo nota un oggetto caduto e lo raccoglie: è una statuetta egizia.
Nei giorni successivi i tre ragazzi provano a capire cosa hanno davvero visto e che cos’è quella statuetta, cercando informazioni prima in biblioteca e poi ai Musei Civici, e scoprendo man mano i posti in cui gli stranieri e Anubi si nascondono, ma rischiando sempre più spesso di essere catturati. Fino a quando gli stranieri non rapiscono il fratello più piccolo di Matteo per costringerlo a consegnare la statua, e i due ragazzi non si trovano a fronteggiare direttamente Anubi, in uno scontro impari che li vede sconfitti, ma che, grazie a un loro piano, porterà comunque alla cattura di Anubi (in realtà un inserviente del museo, fratello di un trafficante) e a scoprire che la statuetta conteneva rare pietre preziose, che un gruppo criminale internazionale voleva recuperare a tutti i costi.
Marco Giorgini, nato a Modena nel 1971, lavora nel campo della linguistica computazionale. Per hobby sviluppa videogiochi e gestisce una delle più antiche e-zine italiane, KULT Underground. Da sempre appassionato lettore, si è dilettato negli anni a scrivere racconti. Nel 2006 ha curato l’antologia L’Ombra del Duomo (Larcher Editore).
Il Mistero della Statuetta Egizia è il suo primo romanzo per ragazzi.
Abbiamo incontrato l’autore per avere la sua interpretazione autentica del romanzo e gli abbiamo rivolto alcune domande.
– Perché un giallo per ragazzi?
Faccio solo una piccola ma doverosa premessa: in questo caso la definizione giallo per ragazzi è veicolata da quella Mondadori anni Ottanta, dove per giallo si intende un’avventura con un qualche risvolto investigativo e non necessariamente una storia gialla classica. Ho scelto di scriverne uno perché questo tipo di romanzi erano le mie letture preferite quando ho iniziato a leggere (sono convinto che abbiano contribuito seriamente alla mia passione per i libri) e volevo, da un lato, scrivere qualcosa che potesse mostrare questo tipo di storie a mio nipote, e dall’altro volevo provare a scrivere qualcosa per il me di allora – per quanto contorto questo possa sembrare. Un mix di sfide, questa seconda cosa, che partono da ma sarò in grado di ideare, come trama e struttura, una storia del genere? per arrivare a ma riuscirò a ricreare la sensazione di lettura che amavo a quel tempo? Non so se ci sono riuscito qualitativamente (non spetta certo a me dirlo) ma sono contento di essere almeno riuscito ad avere quel libro che avevo in mente finito e leggibile e, almeno per me, davvero molto simile a come volevo che fosse.
– Ci sono antecedenti importanti a questa tua impresa letteraria?
Impresa letteraria suona più grande di quello che sicuramente è, ma se con questa domanda intendi se c’è una ispirazione chiara per questo libro, la risposta è sì. Ho cercato di scrivere (pur adattandolo al contesto italiano e agli anni Ottanta) qualcosa che richiamasse i libri per ragazzi di Robert Arthur, autore de I Tre Investigatori (che da noi venivano pubblicati indicando Alfred Hitchcock come scrittore – mentre il suo ruolo era sono quello di presentatore, e tra l’altro solo come finzione). Se invece mi chiedi se autori che (di norma) scrivono opere di genere o mainstream hanno proposto anche opere per ragazzi, sì, questo, per quel che mi sembra, sta diventando sempre più comune. La letteratura per ragazzi sembra interessare tanti scrittori (sia internazionali, come Patterson o Grisham, sia locali, come Lucarelli – ma credo di poter anche citare Antonino Genovese, che dici? - e sto volutamente non citando figure più classiche) e non è più strano che qualcuno esca dalla sua comfort zone per raccontare qualcosa (probabilmente) per i figli dei lettori abituali.
– Ci parli della tua attività editoriale digitale?
Per dare una idea più chiara di cosa faccio, mi permetto di continuare a parlare ancora un attimo de Il Mistero della Statuetta Egizia. Questo libro esce infatti sotto il marchio KULT Virtual Press – casa editrice digitale che negli anni ha pubblicato tutti gli e-book realizzati con e per KULT Underground, fanzine digitale nata nel lontanissimo 1994 e ancora attiva anche se con una quantità e una tipologia di articoli diversa da quella degli albori. Queste due realtà digitali sono quelle che mi vedono come fondatore e attore (con modalità e compagni differenti) ed è grazie a queste che ho avuto modo di farmi le ossa negli anni, lavorando e sperimentando nel passaggio da meccanismi di scrittura/lettura digitale dedicata a figure più tecniche (di quel periodo storico in cui web voleva dire computer e i cellulari servivano solo per telefonare) a quelli attuali (comunque in trasformazione) dove il libro digitale ha strumenti straordinari e perfetti di fruizione adatti a tutti (dal lettore con e-paper, allo smartphone o al tablet) e la lettura sul web non ha più un luogo fisico di fruizione preferenziale. Per questo motivo KULT Underground continua a esistere e pubblicare (nato come programma distribuito su floppy disk prima DOS e poi Windows, si è trasformato negli anni in un sito/portale web – forse non agile come altre realtà ma in grado ugualmente di essere fruito e letto) mentre KULT Virtual Press ha formalmente smesso di proporre cose nuove (Il Mistero è una eccezione e un cortocircuito insieme) perché Amazon (e i suoi equivalenti) hanno finalmente reso gli e-book dei libri digitali – e creare libri digitali fuori dalle librerie digitali è una scelta artistica che non siamo più sicuri di riuscire a fare nel modo corretto – noi che negli anni abbiamo comunque aggiornato più volte formati e meccanismi ma che non possiamo in questo caso competere con la realtà d’uso di questa evoluzione. Quindi Il Mistero della Statuetta Egizia è sì un e-book KULT Virtual Press, ma è distribuito da Amazon – da dove è possibile farlo arrivare, senza tecnicismi, sui supporti dove sarà possibile e facile leggerlo. Non può né vuole essere una scelta necessariamente plausibile per il futuro di KULT Virtual Press, perché va contro alcuni degli aspetti che sono alla base della sua nascita, ma è chiaramente un ulteriore esperimento per una realtà che ha visto la storia delle pubblicazioni digitali dagli albori e che può quindi permettersi qualche altro percorso in un periodo diversamente di stasi.
– Come si inserisce questo libro nel quadro della tua produzione.
Una domanda a cui faccio fatica a dare una risposta. Negli anni la mia è stata principalmente un’attività letteraria nell’ambito della dimensione del racconto (con tante cose proposte solo per il web e alcune invece pubblicate su carta – dalla fanzine all’antologia – o in e-book, dove è possibile creare volumi anche solo con storie brevi). Ma mentre scrivevo racconti ho man mano anche buttato giù un po’ di materiale pensato per un respiro più ampio (romanzo breve / romanzo) su cui ho poi lavorato in tempi diversi trasformando alcune di queste idee in scalette complete. La prima di queste che poi è diventata un romanzo era di genere brillante (credo che il termine ufficiale sia humour ma secondo me è fuorviante) e anche la seconda, ideata e scritta però a quattro mani, è in qualche modo tra quell’ambito e il mainstream. Tra le cose successive pronte per la scrittura una era Il Mistero della Statuetta Egizia e le altre due sono un altro romanzo per ragazzi (ambientato alla fine degli anni novanta) e un romanzo di fantascienza (contemporaneo). Tra queste tre la scelta di procedere prima con Il Mistero rispetto alle altre due è più collegata ad alcune idee su progetti correlati (cross-mediali potremmo dire) che a un vero percorso legato a una continuità di scrittura. Intendo, non sto solo cercando di trasformare idee in libri, ma di creare occasioni per costruirci intorno anche altro. Come ti è capitato con quanto ha realizzato Simone su alcune delle tue opere – ma nel mio caso l’ambito che mi interessa di più è (forse) quello dei giochi d’avventura digitali. Non è detto che questo tipo di passaggio o di contaminazione accada, ma direi che quello che mi sta mettendo in fila le cose da scrivere è cosa altro posso potenzialmente realizzare sopra a una mia singola idea.
Gordiano Lupi