Lombardia. “Il Garante che non garantisce i diritti delle bambine” Usuelli (+Europa con Emma Bonino): perché ho chiesto le dimissioni del garante regionale dell'infanzia
13 Marzo 2019
Lo scorso 6 Marzo, durante la seduta della Commissione sanità di Regione Lombardia, si è discusso dell'adozione della nuova Carta dei Diritti della Bambina, già approvata da molti enti, tra cui il Consiglio regionale del Veneto. Gli "esperti” auditi hanno manifestato perplessità rispetto al dettato della Carta, presentando osservazioni sopra le righe e addirittura errate, in ogni caso irricevibili. Tra queste spicca il parere del tutto peculiare di Massimo Pagani, Garante regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza (foto), che colpevolmente considera la Carta lontana dal tessuto sociale e dai bisogni delle minori italiane, in particolare riguardo agli aspetti di tutela della salute sessuale e riproduttiva.
«Massimo Pagani, del quale ho chiesto le dimissioni», commenta Michele Usuelli, Consigliere regionale di +Europa con Emma Bonino, «non si limita a contestare il contenuto della Carta, ma addirittura, manifestando una palese incompetenza rispetto al ruolo che ricopre, sembra confondere i termini anagrafici con i quali si fa riferimento ai diritti delle bambine che per tutti gli organismi internazioni sono considerate tali fino a 18 anni. Il Garante – anche a causa dell’equivoco sul target – si esprime contrariamente all’educazione sessuale e all’effettività delle minori come sancita nella Carta che definisce “informazione precoce” e la cui formalizzazione all’interno di un atto ritiene eccessiva perché non corrispondente al tessuto sociale italiano».
La nuova Carta dei Diritti della Bambina – che modifica una precedente versione del 1997 – è stata elaborata e promossa dalla IFBPW (International Federation of Business and Professional Women), la cui branca italiana FIDAPA BPW Italy conta 11.000 iscritte, per rispondere alle drammatiche denunce sulla condizione femminile pervenute a Pechino durante la Conferenza mondiale sulle donne del 1995. Ispirata alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del fanciullo del 1989, a differenza e ad integrazione di quest'ultima che pone su un piano identico i due generi, la Carta li distingue in termini di caratteristiche e di bisogni, avendo riguardo delle diverse connotazioni fisiche ed emozionali.
Continua Usuelli: «Dopo circa 20 anni il documento è stato novellato in considerazione delle leggi sopravvenute in tutto il mondo e del fatto che ciò che prima era una legittima aspettativa, ora è diventato un diritto e come tale deve essere tutelato! Ma non per il nostro Garante, a cui va ribadito che le bambine e le giovani donne debbano essere aiutate, protette e formate in modo che possano crescere nella piena consapevolezza dei diritti e dei doveri, contro ogni forma di discriminazione».
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