Mentre da Oltreoceano arrivano notizie scientifiche e politiche entusiasmanti sulla ricerca scientifica, dalla scoperta delle cellule staminali nel liquido amniotico all'approvazione di leggi che ampliano i finanziamenti federali alla ricerca con le staminali embrionali, in Italia siamo costretti a fare i conti con l'inutile e dannosa legge 40/2004.
Un esempio per tutti la triste vicenda degli embrioni sovrannumerari orfani il cui destino, stabilito per decreto, era quello di finire crioconservati nella biobanca milanese dell'Ospedale Maggiore. Per questa operazione inutile erano stati stabiliti 450 mila euro (400 mila per la creazione della biobanca, l'acquisto cioè dei contenitori dove mantenerli sotto azoto; e 50 mila per l'Istituto Superiore della Sanità per il trasporto dalle cliniche di fecondazione assistita dove si trovano). Operazione anche dannosa visto che sarebbe stato importante destinarli alla ricerca scientifica, invece che preferire ipocritamente di importare staminali embrionali derivate all'estero, e mandare cosi' anche all'estero i nostri ricercatori.
A che punto siamo con questa operazione faraonica visti i costi, e inutile visto che non servirebbe a nulla?
Secondo il censimento dell'ISS sarebbero 2.527 gli embrioni "abbandonati", tutti ancora nelle cliniche. L'operazione sarebbe bloccata per mancanza di fondi, denuncia l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia (foto).
Insieme al collega della Rosa nel Pugno Lanfranco Turci abbiamo presentato un'interrogazione al ministro della Salute per sapere che cosa stia succedendo: dove sono finiti i soldi e come siano stati utilizzati quelli già erogati e se non sia il caso di intervenire legislativamente per destinare gli embrioni inutilizzabili a fini di ricerca.
È urgente che la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita venga modificata, anche intervenendo nelle linee guida, ma non è disattendendo una legge sbagliata che lo si fa. Per il timore di spaccature nella maggioranza sui temi "sensibili" non si interviene a modificare leggi ingiuste, questo caso e' la dimostrazione che la scelta di non decidere comporta delle conseguenze.
Donatella Poretti