Prodotti e confezioni [08-20]
Vetrina/ Maria Lanciotti. Boom e controtendenza (1998)
Roma, studenti medi in assemblea, 1989 (foto di Roberto Cano
Roma, studenti medi in assemblea, 1989 (foto di Roberto Cano') 
30 Dicembre 2018
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dico a voi, figli dei figli primogeniti del boom.

 

Noi, contadini e analfabeti, smettemmo di falciare grano

Per maneggiare spiccioli di carta e vile metallo.

 

Senza chiederci troppo, senza capirci nulla.

 

Sgobbando come muli, abbaiando come cani alla catena,

Correndo come conigli inseguiti dalla doppietta.

 

E nasceste voi, impasto di fame antica e cibo fortificato e costoso.

Così belli! Così puliti e sorridenti e placidi!

 

Il dio lo avevamo sepolto sotto lastre di tratte e pagherò

Lerci di sudore tutto ancora da stillare

E tempo non c’era – e non c’era spirito – per dottrine alternative.

 

A ricercare nuove rivelazioni pensaste voi, con tutta l’anima

E cuori rossi come vulcani incazzati: “Non è questa la vita – fu l’unanime grido –

Non c’imporrete il vostro sottovivere!”

 

E correste nelle piazze a manifestare l’idea, fiduciosi impavidi irosi.

 

La giovinezza è momento vero, si esprime in libertà e bellezza

E la ragione indotta è trappola che non l’intrappola

Ma… dura un giorno.

 

Oggi guardo i giovani che foste e mi si annoda il cuore:

L’argento vivo nelle vene s’è brunito

Mentre la storia rotola, cinica e corrotta.

 

Éhi dico a voi, figli dei figli dei Figli dei fiori: nessun sogno mai

Svanisce nel nulla, e tutto sempre si tramuta e trasforma e ritorna.

 

Maria Lanciotti

(da Uragano e armonia, Anni Nuovi Editrice, 1998 – riveduta e corretta)


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