È stata preannunciata e giustamente ci si attende, per Domenica 28 ottobre, una giornata di festa popolare, con biciclettata e camminata popolare, di rallegramenti e felicitazioni per l'inaugurazione della Variante SS 38 di Morbegno. Una giornata che si vuol rendere storica, per la soluzione a un effettivamente storico, o più propriamente atavico problema: quello della viabilità e della comunicazione. Un sospiro di sollievo che diviene al contempo un caloroso invito, un magnifico biglietto d'ingresso alla “Morbegno Città alpina 2019” che già si presenta e si manifesta in questo rito augurale.
Quale stupefacente mistificazione, se ci pensiamo un attimo, per uno spazio che proprio per passeggiate e biciclette diverrà perenne tabù a partire esattamente dal giorno dopo! E se riuscissimo a sottrarci a questo festoso stordimento potremmo forse riuscire a chiederci quale Città “alpina” sia mai possibile, senza un Pronto soccorso “alpino”... Senza cioè quel fondamento di sicurezza che può venire soltanto da basilari qualificati servizi sanitari.
Da oltre un anno il territorio che anima e sostanzia l'erigenda Città alpina, nel corale concorso di cittadinanza e sua espressione istituzionale, ha definito una concreta e puntuale piattaforma di intenti che non rappresenta campanilistiche rivendicazioni ma semplicemente e con dignità esige il soddisfacimento del diritto alla salute costituzionalmente garantito. E di certo non serviva il tremendo monito che oggi purtuttavia viene dalla tragedia chiavennasca per rendere pregnante, esiziale e irrinunciabile l'impegno per una sua tempestiva attuazione.
Quale Città alpina, dunque, senza P.S. alpino? La Regione Lombardia, mentre partecipa agli odierni festeggiamenti stradali, dal tandem Gallera-Sertori fa sberluccicare il miraggio dell'ennesimo “Super-Piano Risolutivo” per distrarre l'attenzione dalla quotidiana, deficitaria e fallimentare erogazione dei servizi sanitari. La “campagna lariana” (vera mission affidata alla più recente direzione strategica), ovvero il dirottamento di risorse dalla montagna al lago, con spolpamento dei già malnutriti Morbegno e Chiavenna e il lascito della struttura privata accreditata (Gravedona) alla provincia di Sondrio, sta per essere gloriosamente portata a termine, con ultima vittima lasciata sul campo il punto nascita di Chiavenna, l'ormai prossimo 20 novembre. Sertori, mandato in Regione consigliere per, finalmente!, “portare la voce” della comunità provinciale si trasforma, da assessore, in piede di porco del centralismo regionale per definitivamente piegare una già tentennante, sempre distratta ma altrettanto compiacente compagine di sindaci.
Ci piace allora immaginare che la festosa occupazione del tratto nuovo della Variante Morbegno, con biciclette, carrozzine e passeggini, con pensionati peripatetici e consapevoli, con ragazzi e ragazze a rincorrere i loro palloni ed aquiloni, potesse proseguire oltre domenica, ad oltranza, fin quando la Città abbia quanto le serve per effettivamente essere Alpina.
Salviamo la nostra sanità