Arte e dintorni
Maria Paola Forlani. Magister Canova
17 Giugno 2018
 

A Venezia è arrivato Antonio Canova, in un viaggio che immerge il visitatore nella genesi del processo creativo del celebre scultore veneto, interprete massimo del Neoclassicismo, in una Mostra dal titolo “Magister Canova” dove spettacolo e approfondimento, emozione e conoscenza si fondono insieme.

L’evento è stato realizzato da Cose Belle d’Italia Media Entertainment, con la collaborazione della Fondazione Canova Gypsoteca e Museo Antonio Canova di Possagno, con il patrocinio del MiBACT, nelle sale della Scuola Grande della Misericordia di Venezia fino al 22 novembre 2018.

Magister Canova” è uno spettacolare percorso multimediale, prodotto dalla regia di Luca Mazzieri in collaborazione con Alessandro Costantini, architetto e progettista, che coinvolge il visitatore avvicinandolo alla vicenda canoviana in tutte le sue fasi e i suoi aspetti. L’assoluto rigore scientifico del racconto è coniugato a una sapiente regia, grazie alla pluralità di linguaggi che dà vita a un percorso di narrazione che spazia dal micro, dalla farfalla di Amore e Psiche al gigante Ercole che scaglia Lica, dalla danza alla bellezza senza tempo di Paolina Borghese.

Ad accogliere gli ospiti, al pianoterra della Scuola Grande della Misericordia, vi è un’installazione site-specific dell’artista Fabrizio Plessi, un magnifico “omaggio” al grande Canova, un’opera che vuole simboleggiare il viaggio nella mente dello scultore veneto.

Fabrizio Plessi così descrive l’opera: “Una monumentale testa bianca marmorea che si staglia ed emerge dal buio assoluto della ‘Misericordia’ come un grandioso e dirompente flash al magnesio”.

La mostra prosegue poi al piano superiore, dove è allestito il cuore del percorso espositivo: “Il Giacimento”, un enorme blocco di marmo, bianco come quello di Carrara, realizzato in architettura tessile. Sei le stanze dell’affascinante percorso canoviano in dialogo con la maestosità architettonica della Scuola Grande della Misericordia. Ad accompagnare, passo a passo, l’ospite è la voce narrante di Adriano Giannini, chiamato a leggere anche alcune lettere del giovane Canova, mentre la colonna sonora originale è affidata al compositore e violinista Giovanni Sollima.

Nella prima area tematica il pubblico può scoprire i disegni anatomici di Canova eseguiti a grafite e a sanguigna, conservati nella Biblioteca dell’Istituto Superiore di Sanità, a Roma. I disegni interagiscono tecnologicamente con una ricostruzione contemporanea di un corpo umano sezionato.

Il visitatore esplora, poi, il racconto del processo creativo di Canova, prima il disegno fonte di ispirazione e fantasia, poi il bozzetto dove l’immaginazione diventa invenzione, a seguire l’elaborazione del modello e del calco e infine la scultura con la sua finitura. Grandi proiezioni in Macro dialogano con inedite visioni in Micro de “Le Grazie”. Il complesso scultoreo si mostra in tre preziose tecniche, in tre fasi di luce: quella aranciata e tremolante di una candela, quella rosata dell’alba e quella bianca della luna.

Una sorprendente struttura ellittica ricoperta di tessuto dorato cela la statua di Paolina Bonaparte Borghese. Il capolavoro viene letto e restituito alla visione del pubblico grazie a un sapiente gioco di immagini stereoscopiche. Un’esplorazione che fa emergere stupefacenti dettagli, come la mano sinistra che stringe un piccolo pomo, particolare che rimanda a un celebre episodio del mito greco, il giudizio di Paride, e trasforma Paolina in “Venere Vincitrice”. La scultura della sorella minore di Napoleone fu commissionata nel 1804 dal marito, il Principe Camillo Borghese. Paolina giace seminuda su una dormeuse in legno dipinto decorata da inserti dorati. La base in legno del marmo conservato presso la Galleria Borghese contiene un meccanismo, ancora funzionante, che consente alla scultura, come progettata da Canova di essere ruotata.

A quelle creature bellissime, che Canova creava, come antidepressivo o come antidoto al male di vivere, si ispira l’esperienza della danza. Lo scultore si affidava alla loro vitalità, alla “forza della gioventù vigorosa” che da esse prorompeva quando sentiva avvicinarsi quello stato di prostrazione fisica e morale che lui stesso attribuiva al “male di qualche amico o alle vicende del mondo”. Il visitatore ne rivive la gioia, la bellezza, la levità: sul palcoscenico le danzatrici, protagoniste delle tempere canoviane, prendono vita in una spettacolare animazione multimediale, che anima anche tre gessi a tema conservati alla Gypsoteca Museo Antonio Canova di Possagno: la Danzatrice con le mani sui fianchi, la Danzatrice con il dito al mento e la Danzatrice coi cembali.

L’imponente installazione di Ercole uccide Lica coinvolge lo spettatore con immagini di un realismo sconvolgente. È la rappresentazione della vicenda legata alla tragica fine di Ercole: impazzito per il dolore indicibile causatogli dalla tunica intrisa del sangue avvelenato del centauro Nesso, l’eroe scaglia in aria il giovanissimo Lica, che, ignaro gliel’aveva consegnata su ordine di Deianira. In una serie di dissolvenze incrociate, dove i particolari dell’opera affiorano imperiosi, si consuma l’uccisione di un innocente. L’opera è conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Lo spettatore è immerso nella luce abbagliante di Amore e Psiche, una delle fiabe più belle di sempre, tratta dall’Asino d’oro di Apuleio. Canova è affascinato dal significato simbolico del racconto: Psiche significa “Anima” e anche “Farfalla”, e come la farfalla, che dal bruco si fa crisalide e poi mette ali e spicca il volo, così anche la fanciulla subisce una metamorfosi grazie ad Amore ed è accolta da Giove nell’Olimpo, dove siede dea tra le dee. Si respira la nostalgia per l’età felice e perduta in cui gli Dei apparivano agli uomini, quando la Grazia regnava e nulla era sacro come il Bello. Lo spettatore è progressivamente catturato dalla suggestione delle immagini dei tre capolavori che Canova dedicò a questo soggetto. Non senza una sorpresa interpretativa.

 

Maria Paola Forlani


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