Staminali totipotenti nel liquido amniotico 
No alla ideologizzazione e strumentalizzazione. Sė alla libera ricerca scientifica
08 Gennaio 2007
 
Da più parti arrivano gli elogi alla scoperta delle cellule staminali totipotenti rinvenute nel liquido amniotico, come il possibile superamento delle controversie religiose sulle uniche staminali totipotenti che fino ad oggi si conoscevano, quelle embrionali. È una scoperta definitiva che mette una pietra tombale sulla clonazione terapeutica? Non lo so.
Già si è fatto sentire il direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Genetica Umana dell'Università Cattolica di Milano, prof. Roberto Colombo, che rileva anche in questa procedura dei problemi deontologici ed etici: nel prelievo sarebbe alto il rischio di danneggiare il feto, provocandone anche l'aborto (mentre si preferirebbe, in nome della sacralità dell'embrione, buttare nella spazzatura gli embrioni sovrannumerari da tecniche di fecondazione assistita). La questione, quindi, non è al momento così lineare, per cui appare strumentale e antiscientifica la prevedibile mano pesante del Vaticano, che con il suo papa fa sapere che «i tentativi di legittimare la clonazione umana per ipotetici fini terapeutici sono pericoli per la pace». Altrettanto effetto fa l'eco di alcuni parlamentari di Forza Italia dell'associazione "Valori e Libertà" che chiedono il cambio della posizione italiana in sede comunitaria rispetto alla ricerca con le staminali embrionali.
In questo ambito di dubbi, una cosa io so con certezza: questa scoperta è stata possibile grazie al finanziamento di una ricerca scientifica che è libera, senza condizionamenti ideologici e religiosi, ed è stata fatta in un Paese, gli Usa, dove le leggi -come invece accade in Italia- non dicono qual è la ricerca buona e quella cattiva; e quand'anche si accendono confronti duri sull'uso o meno delle staminali embrionali, non sono per vietarne la ricerca, ma solo sull'opportunità o meno che abbiano contributi pubblici.
 
Donatella Poretti

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