Diario di bordo
Matteo Ruffoni. Ciao Renzo
02 Maggio 2017
 

È morto Renzo e sono molto dispiaciuto.

Sono onorato di averlo conosciuto.

Con lui pensiero ed azione si rincorrevano vorticosamente, e spesso agiva prima di pensare, ma faceva bene.

Mi dispiace, mi dispiace…

Fare per aiutare, per pacificare, per rendere migliore la vita di tutti, soprattutto dove la guerra, la violenza e la sopraffazione la rendono difficile.

Non si è mai tirato indietro, l’ho visto dormire per terra pur di offrire il suo posto.

E le porte della chiesa incatenate aperte.

E la sua ironia contadina per spiegare ai suoi parrocchiani per primi, e poi a chiunque, la necessità morale ed etica della solidarietà.

Mi dispiace, mi dispiace….

Non dormiva mai, scriveva sproloqui solidali con i quali poi riusciva a far convergere risorse e denari.

E la videocamera che non spegneva mai fino a riprendere la tappezzeria del sedile davanti del pullman.

Un intellettuale-contadino un grande uomo, con la teoria dell’ordine-disorganizzato e viceversa.

Ci hai mossi tutti, ci hai mossi e accompagnati, e grazie a te Sprofondo ha fatto grandi azioni di aiuto alle persone vittime della guerra in favore della pacificazione nei Balcani.

Mi dispiace Renzo, amico mio...

Grazie di tutto, a nome del mondo.

Ciao

Matteo


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