Aperitif all'Apeiron
Qua si campa d’aria 
di Gianfranco Cordě
11 Marzo 2017
 

«È domenica e tu chissà che cosa fai/ ti rivedo sempre lì che mi dici che mi vuoi/ la mia voglia è grande, è scandalosa ormai/ c’è una gatta accanto a me e non rinuncia a lei./ Aria, ti respiro ancora sai/ nell’aria, ti scaccio ma ci sei/ Voglia, tanta voglia dentro me/ una febbre che mi assale, io mi sento così male». La radio dell’Ápeiron suona questo vecchio successo di Marcella Bella. Io ed Anassimene di Mileto siamo seduti a un tavolino, nel bel mezzo di due famigliole che fanno chiasso, del noto locale del centro di questa nostra città.

Anassimene sta gustando il suo aperitivo: anch’io, del resto, ne ho ordinato uno per me.

GIANFRANCO: «Per via di rarefazione e di condensazione nascono tutte le cose?»

ANASSIMENE: «Sì dall’aria che si rarefà alla fine arriva il fuoco; dall’aria che condensa alla fine arriva la terra».

GIANFRANCO: «Dunque noi siamo fatti della stessa sostanza dell’aria?»

ANASSIMENE: «No. Noi siamo aria».

La radio in quel momento cambiò programmazione e scelse, per quella occasione, una vecchia canzone di Sammy Barbot. «Seguir la scia di un aeroplano/ scoprir lo scoglio dove un gabbiano va/ oh va/ che fa la nave lasciato il porto/ perché un viaggio non è finito mai/ oh mai/ e la mente torna/ a sognare un’onda/ un cielo blu/ aria aria di casa mia».

GIANFRANCO: «Sì lo so che l’anima è soffio vitale e probabilmente tu hai preso queste idee anche da questo fatto. Ma l’aria sembra più trascendersi che appartenerci».

ANASSIMENE: «L’aria è dentro di noi. Noi non potremmo vivere senza dell’aria».

La radio dell’Ápeiron propose un altro vecchio successo: «Canto per te che mi vieni a sentire/ suono per te che non mi vuoi capire».

GIANFRANCO: «Che vento oggi! C’è una corrente d’aria…»

ANASSIMENE: «In fondo è semplice. Tutte quante le cose sono fatte d’aria. L’elemento più immateriale. Tutte quante le cose hanno un'origine quasi trascendente».

GIANFRANCO: «E questo aperitivo?»

ANASSIMENE: «Una perdita d’aria».

GIANFRANCO: «E questo paninello?»

ANASSIMENE: «Tutto racchiuso in una bolla d’aria».

GIANFRANCO: «Anassimene, guarda che non è aria! Qui va tutto molto male. C’è qualcosa di immateriale che informa di sé e dirige tutta quanta la materialità. Mi sembra a dir poco arrischiato cercare l’aria dove vi è solamente farina, cereali e acqua. Questo mio panino non vuole dire affatto nessun’altra cosa fuorché se stesso. E se è fatto di aria ed io stesso sono fatto di aria si ha alla fine che occorrerebbe chiedersi: tutto il mondo è fatto di aria. Per quale diavolo di motivo, visto che nessuno potrebbe respirarla?»

ANASSIMENE: «Tu la puoi respirare».

GIANFRANCO: «Ma io sono fatto di aria».

ANASSIMENE: «Insomma c’è aria in più sul Pianeta Terra».

GIANFRANCO: «Abbonda l’aria».

ANASSIMENE: «Questa è aria che nessuno deve respirare».

GIANFRANCO: «Sembra un dogma metafisico».


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