9. Seduto al tavolo bianco dell'Ordine ascolto. Mi piacerebbe che qualcuno si accorgesse che l'architettura non serve al presente, la politica preferisce l'edilizia banale che porta più facilmente consenso. La biro mi chiede un foglio di carta per fissare nella memoria la storia del consiglio che sto vivendo, una statua alta di calcestruzzo sostiene un volatile soddisfatto dell'appoggio sul braccio, l'architettura vorrebbe proteggere la vita di chi vive questo momento che ha perso il senso del ridicolo, nessuno si accorge che l'unico che apprezza il monumento è un pennuto dal becco appuntito. Si discute di parcelle e di burocrazia, io mi annoio e chiedo che l'ordine si difenda dalla politica che considera il nostro mestiere semplice dispositivo per ottenere il consenso dell'ignoranza, invito i presenti a fare una gita in provincia per osservare l'operato di anni di sudditanza a politici non proprio preparati, mi piace rappresentare il pensiero con quattro righe di biro: il sistema lo rappresento come un branco di rinoceronti dalla pelle spessa, un solo architetto con una lancia di legno non preoccupa minimamente queste masse di carne da 10 quintali cadauna, forse cento architetti messi insieme potrebbero intimorire la politica troppo pesante per un luogo delicato come la Valtellina. Mi si risponde che l'architettura deve stare distante dalla politica, io sono da sempre convinto che l'architettura è politica ma, in democrazia, il numero ha sempre ragione. La democrazia vestita da rinoceronte è molto simile ad una dittatura.
Giuseppe Galimberti
Disegni per raccontare il pensiero di un'epoca
0. | 1. | 2. | 3. | 4. | 5. | 6. | 7. | 8. | 9. | 10. | 11. | 12. | 13. | 14. | 15. | 16. | 17. | 18. | 19. | 20. | 21. | 22. | 23. | 24. | 25. | 26. | 27. | 28. | 29. | 30. | 31. | 32. | 33. | 34. | 35. |36. | 37. | 38. (segue)