Mi alzai alle spalle di un uccellino di terracotta
misi in bocca la coda
e sbuffai
nella stretta fessura del didietro.
Gorgogliarono polmoni d’argilla,
scoppiettò una piccola gola di creta,
e come prese a cantare,
cinguettò
che riversò il suono
diretto verso Dio.
Allora reclinò il capo verso sinistra,
all’orecchio cavò fuori un canto argilloso
lo impastò fra le dita,
lo rotolò e proferì:
forse s’è sentito...