Diario di bordo
Carlo Forin. La vita è bella! 
Anche se... adesso guidano il mondo Trump-May e noi... continueremo con i partiti fuori-legge
(LaStampa.it, AP)
(LaStampa.it, AP) 
28 Gennaio 2017
 

Ho appena gustato l’esplosione di gioia descritta a Tellusfolio in “Giobbe 2008” ovvero nell’articolo da me scritto il 25 novembre 2008, di ritorno da Pavia, dove i medici specialisti mi avevano dichiarato chiuso il caso di amiloidosi, cioè di prospettiva di concludere la vita col cervello perduto. Quel mese, il vescovo di Vittorio Veneto Corrado mi aveva ascoltato per tre quarti d’ora passando, probabilmente, l’esperienza più faticosa della sua vita. Ieri l’altro, ha festeggiato i nove anni della sua direzione della diocesi nella cripta di san Tiziano, il conduttore riconosciuto al tempo dei Longobardi, me presente. Io aspetto ancora l’invito di andarlo a trovare da giugno 2009, quando mi promise fuggevolmente, dal sentiero del treno di ritorno da Lourdes, dov’ero andato in pellegrinaggio a ringraziare per il sollievo ricevuto in morte dei miei genitori, Gino, il 29 giugno 2008, Gigetta, il 1° maggio 2008. Quel sollievo è una prova, per me, dell’esistenza di Dio: si è preso i miei senza farmi alcun male. Tant’è che mi rivolsi subito ai frati Camaldolesi, del monastero di san Giorgio sul Lago di Garda, del mio amico fra Giovanni Dalpiaz, sociologo come me. Mi esaminarono e non mi vollero, per vocazione tardiva. Hanno fatto bene! Io sono troppo indisciplinato. Da allora mi piace darmi l’epiteto di ‘monaco laico’. Sono nel mondo, sono fuori da ogni regola ed esamino tutte le regole nelle parole, in tutte le parole.

Ringrazio Tellusfolio dello spazio ri-datomi in ‘ordine di farfalla’, quest’anno ad iniziare da “Amu”.

Naturalmente, non sarei un monaco laico se mancassi di sottolineare che amu, “io sono detto da Dio” è stato scritto dagli uomini, che chiamavano però IL per il nome di Dio e lo leggevano isolatamente LIL, ovvero ‘vento’. En Lil era il signor Vento, ovvero il Signore dio.

La novità che propone questo Carlo, Lu.kar, ‘soggetto. Forza’ [il soggetto è chi scrive, la forza è quella di GESU.UB, Albero.Cielo] è linguistica: la lingua fu dingua, come sostenne Marcus Victorinus, il retore che aveva difeso nel foro romano le cause dei pagani nel nome di tutti gli dèi, e si era poi convertito al cristianesimo pubblicamente con la gioia dei cristiani, come narra sant’Agostino nelle Confessioni. Il latino dingua si rapporta facilmente al zumero dingir, ‘divinità’.

Poiché ir è ‘andare’, e ua sono ‘cielo-terra’, ding-ua è la connessione ‘cielo-terra’ (ua), ‘dio’ (di), ‘entra’ (in), ed ‘apre alla luce’ (ig). Gli occhi, igi, mostrano l’occhio chiuso, gi, che si apre, ig, attraverso il rapporto tra il grafo gi e la fonìa di apertura ig.

Il fenomeno igigi, dei demoni, angeli-demoni, o daimones, racconta quanto ho appena detto. La scrittura era ritenuta guidata da loro, col loro me, che vuol dire ‘essere’, ma che non esiste per i zumerologhi. Un essere tecnico, dicono. Un essere tecnico incapace di farli riconoscere come studiosi dei Zumeri, etnico di accado Sumeri.

Concludo. La vita è bella. Non sempre è un’esplosione di gioia come nel 25 novembre 2008. Ma, per me è stata serena in questi nove anni.

Adesso, guidano il mondo Trump-May con i loro populismi, muri ed isolamenti. Faranno un reset al mondo. Noi non impareremo che il popolo può esser fonte di disastri. Continueremo con i partiti fuori-legge a domandarci con quale sistema elettorale sia preferibile che ci sgovernino… Ci saranno lamenti e gioie.

Come sempre.

 

Carlo Forin


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
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