I blog di questa tornata, oltre ad essere gestiti individualmente, hanno in comune la mancanza di schede critiche o proclami di poetica, per lasciare il posto alla poesia nuda e cruda: visiva in Aida Maria Zoppetti, lineare in Pier Maria Galli. Si tratta, in entrambi i casi, di poesia di qualità, che trova nei rispettivi blog un’adeguata vetrina.
Ricreazione. Nuove creazioni e distrazioni
L’aspetto più sorprendente dei post di Matisse, nickname dietro cui si nasconde (o entro cui si muove, a proprio agio) Aida Maria Zoppetti, è l’intelligenza vivacissima dell’autrice coniugata ad una straripante creatività, il tutto concentrato in vere e proprie poesie visive, coloristiche e paradossali, dove vince l’ironia e la voglia di scardinare i luoghi comuni. Poetessa che ha frequentato l’ottima scuderia di Tam Tam e di Anterem, la Zoppetti propone un blog in cui «il lettore trovi da sé occasioni di riflessioni sulla percezione dell’impercettibile, attraverso il sorriso. Da non confondere con l’umorismo», mi spiega, a meno che non lo si intenda pirandellianamente, ossia in quanto forma a cui è sottesa la «delicatezza di un dolore».
Un blog di tal fatta, non poteva non possedere commentatori straordinari, tutto ingegno e sensibilità, i quali fanno a gara per tener testa ai trabocchetti che lei, benevola Circe, offre loro. In un gioco serissimo di rinvii colti, Matisse rivisita poeticamente i luoghi della pittura moderna, riconsegnandoli velati dal gusto pop o trasfigurati dal piglio dada, ma con una leggerezza tutta femminile (alla francese, col nasino all’insù) e certo memori degli insegnamenti del Gruppo ’70, fra Miccini e Pignotti. Oltre a Ricreazione, la Zoppetti muove i fili di un altro blog, Chou et pomme (http://chouetpomme.splinder.com), dove ogni post porta il titolo di un libro e si sostanzia in una foto dell’autrice, che lo rappresenta: senz’altro da vedere.
Cantiere ad ore (by Prufrock)
Il capomastro di Cantiere ad ore, Pier Maria Galli, s’è scelto quale nume tutelare l’eliotiano J. Alfred Prufrock, monologante d’amore e uomo che ci tiene ad apparire d’altra fatta rispetto ai suoi contemporanei. E così si presenta il nostro, che chiosa epigraficamente la pagina del blog con un emoticon dov’è scritto «un lirismo clamoroso e militante, senza tracce di cronache poetiche», alludendo alla natura del Cantiere, che è a cielo aperto, e al quale si affacciano i lettori, che di qui passano e talvolta commentano entusiasti. Nato quale catalogo in progress dove appendere il “provvisorio”, questo blog snocciola, l’una dopo l’altra, ottime poesie dai titoli improbabili, atti a testimoniare l’indole giocosa dell’autore e la sua autoironia. Nessuna intenzione divulgativo-pedagogica, nessuna nota critica, nessuna bandiera da difendere: solo le proprie poesie (e stilate in piccolo, quasi a chiedere ulteriore concentrazione), scritte da un autore assai schivo, che meriterebbe maggiore visibilità.
Stefano Guglielmin