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Non vago per il mondo
ma continuamente esploro
il giardino arruffato
che invade quel boccone di terra
di cui ogni giorno mi cibo.
*
Una conchiglia scheggiata
s’incaglia nella sabbia.
Tornerà al suo mare
fatta polvere dagli zoccoli
ciechi
delle mandrie d’acqua.
*
Più tramonti che albe
trangugiai come valanghe
di luce.
Ma delle albe non viste
mi restano balconate
di sogni
fioriti dalla coda della notte.
*
Colpiscimi dove tu sai
vento senza pace e dimora.
Soffia il lamento
dentato
nel mio orecchio ottuso,
ch’io senta il tuo urlo
segarmi le labbra.
Maria Lanciotti