Diario di bordo
Francesco Cecchini. Massacro di Cu­ru­gua­ty. Aspettando ancora giustizia
20 Ottobre 2016
 

Scrivere non significa trasformare il reale in parola, ma far sì che la parola diventi reale.

Augusto Roa Bastos, scrittore paraguayano

 

 

Vi sono vari fattori che rendono eccezionale e pure emblematico, quello che accadde, e sta accadendo, a Curuguaty, Paraguay.

- Dietro il massacro di Curuguaty vi è la lotta per la terra in un paese dove l’1.6% di proprietari possiede l’80% della terra coltivabile o d’allevamento.

- Vertici politici ed economici, con grande influenza su governi, tribunali e imprese, hanno interessi in questo modello di sviluppo.

- In Paraguay abbandonano casi di appropriazione illegale di terre per la coltivazione della soia che riguarda 3.5 milioni su 3.8 milioni di terre coltivabili del paese.

 

La Conferenza Permanente dei Partiti Politici di America Latina e dei Caraibi (COPPAL) nella sua ultima riunione, pochi giorni fa, ad Assunción ha dichiarato il proprio appoggio a Fernando Lugo (foto), se si presenterà con il Frente Guasù alle prossime elezioni presidenziali in Paraguay del 2018. COPPAL è formata da 58 organizzazioni politiche di 34 paesi dell’America Latina, che crcano consensi per strategie che garantiscano governabilità e sviluppo sociale. Fernando Lugo è stato presidente del Paraguay dal 2008 al 2012 e fu destituito con una strumentalizzazione politica di ciò che accadde, e fu programmato da chi voleva farlo fuori, a Curuguaty il 15 giugno 2012. Lugo fu destituito con un controverso giudizio parlamentare di 48 ore, ritenuto illegale da organismi internazionali.

Otre al significativo appoggio a Lugo, COPPAL ha richiesto rispetto dei diritti umani e la fine del non rispetto del diritto alla terra dei campesinos, facendo esplicito riferimento al caso Curuguaty. Senz’altro una possibile elezione a Presidente di Fernando Lugo, ma la sua stessa campagna elettorale che dovrebbe iniziare a breve costituranno un grande contributo ad annullare l’ingiustizia fatta a 11 campesinos condannati innocenti.

In Paraguay la mobilitazione a sostegno degli 11 campesinos non si è assopita, anzi. Un esempio. Si è costituito un Campamento de la Resistencia permanente, formato da famigliari dei campesinos condannati, da intellettuali, organizzazioni politiche e sociali che ribadiscono le ragioni dell’azione per annullare la sentenza. A questo scopo il Campamento organizza dibattiti, cerimonie religiose, spettacoli e mercato di prodotti artigianali.

Lo scorso 12 ottobre il Congreso Democrático del Pueblo, che raggruppa organizzazioni contadine e urbane ha organizzato un incontro a Curuguaty di fronte a Marina Kué, dove avvenne il massacro, per dibattere i problemi relativi alla terra in Paraguay. L’incontro è avvenuto dopo pochi giorni che un’alleanza tra attori statali e produttori di soia ha sloggiato illegalmente da terre che coltivavano le comunità campesinas di San Juan, Guahory e Sauce.

La mobilitazione internazionale, che pure esiste, deve crescere e farsi sentire con maggior forza. Per esempio. Alcuni eurodeputati, Marc-Christine Vergiat, Rina Ronja Karl, Willy Meyer, Sabine Lősing, Aklu Sousa, Jūrgen Klute, Paul Morphy, Jean-Luc Melanchon, Helmut Schultz, Nikolaus Chountis, Charalampos Angourakis, Giorgos Thoussas, Kartika Liotard, il 14 aprile 2014 chiesero di sospendere il processo. Questi politici europei dovrebbero chiedere l’annullamento. Comunque questa nota verrà loro inviata.

 

Francesco Cecchini


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