Doppio cognome per i figli e fine delle differenze tra legittimi e naturali 
Fine di una anacronistica società patriarcale, una rivoluzione culturale!
08 Dicembre 2006
 

Possibilità del doppio cognome per i figli e fine delle differenze tra quelli legittimi e naturali: riforme a costo zero, ma rivoluzionarie per una società diversa da quella patriarcale e maschilista cui anacronisticamente ancora faceva riferimento il nostro Codice di famiglia!

Grazie al lavoro della Commissione istituita dal ministro della Famiglia Rosy Bindi, a gennaio dovrebbero finalmente vedere la luce delle riforme su cui a parole sembrano essere tutti d'accordo, ma che ancora non si erano concretizzate in legge. Freni culturali di una società in cui l'uomo ha ancora un ruolo preponderante e che non intende lasciare posizioni conquistate nel corso dei secoli, avevano di fatto bloccato per intere legislature queste leggi.

Fin dall'audizione del ministro in Commissione Affari Sociali lo scorso luglio avevo sollecitato proprio questi due temi così importanti e così semplici da fare, offrendo il mio contributo anche con due proposte di legge. ("Modifiche al codice civile in materia di cognome dei coniugi e dei figli" n. 1136 e "Modifiche al codice civile in materia di figli legittimi e naturali" n. 1613).(1)

La riforma della famiglia risalente al 1975, pur sancendo uguaglianza di diritti tra figli naturali e legittimi, aveva ancora delle lacune e permanevano delle odiose differenze tra i figli in materia di eredità. Una coppia può decidere di non sposarsi, ma non di tutelare in maniera diversa i figli. Con l'articolo 537 i figli legittimi possono liquidare i figli naturali con un compenso economico. L'articolo 565 non riconosce il rapporto di parentela con i figli naturali. Tale norma, fra l'altro, è stata oggetto di una dichiarazione di incostituzionalità. Ancora oggi i parenti cosiddetti legittimi, fino al sesto grado della successione, prevalgono sui fratelli naturali.

Eliminare i termini legittimi e naturali è una rivoluzione culturale che segna la fine di una differenza che non ha più senso d'esistere.

La neccesità, inoltre, di intervenire sul doppio cognome era non più rimandabile e sentenze di diverso grado continuavano a chiedere al legislatore di intervenire. L'automatismo di escludere il cognome della madre era perfino non scritto nel nostro codice: per i figli legittimi lo si desumeva da quelli nati fuori dal matrimonio. Solo con complicate prassi di far riconoscere in un secondo momento e con successiva sentenza del Tribunale dei minori una donna non sposata poteva lasciare anche il suo cognome ai propri figli!

 

Donatella Poretti

 

 

(1)


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