Tra gli otto ambiti analizzati durante il convegno sulla Pietra ollare nelle Alpi, svoltosi sabato 8 ottobre a Varallo Sesia, uno è stato dedicato alla Valchiavenna e alla Valtellina. L’iniziativa è della Commissione scientifica “Pietro Calderini” della sezione Cai di Varallo, che ha dedicato una giornata a Palazzo d’Adda sulla coltivazione e utilizzo della pietra nelle zone di provenienza.
Per la Valchiavenna hanno parlato Guido Scaramellini del Centro di studi storici valchiavennaschi e Sergio Castelletti dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro. Il primo ha percorso la storia della cavatura e tornitura della pietra ollare dal periodo romano all’XI secolo su su fino ai nostri giorni, visto che la produzione, sospesa per un secolo, è ripresa trent’anni fa da Roberto Lucchinetti a Prosto di Piuro. Le antiche cave in val Bregaglia fino a Prata Camportaccio sono state illustrate da Sergio Castelletti, che da anni si occupa del tema.
Per la Valtellina hanno trattato delle caratteristiche geologiche e minerarie della pietra in Valmalenco Alessandro Cavallo e Sergio Guerra, mentre Angela Guglielmetti si è concentrata sulla produzione e diffusione sulla base di scavi archeologici e di successive indagini. Infine Saveria Masa ha illustrato il relativo commercio tra la Valmalenco e la val Bregaglia nel ’500.
Gli altri argomenti hanno riguardato la storia della pietra in val d’Aosta, nelle valli di Lanzo, nel Vallese, in Valsesia, in val d’Ossola, nel Centrovalli e val Maggia fino in Pianura Padana.
Centro di studi storici valchiavennaschi