«Contano i fatti, non le polemiche. Quello della fertilità è un problema serio, in Italia ci sono 700.000 coppie che cercano di procreare senza riuscirci». La Ministra Lorenzin dixit.
E ci sono anche, però, 11 milioni di italiani che nel 2016 hanno dovuto rinviare prestazioni sanitarie o rinunciarvi a causa di difficoltà economiche (i ticket continuano a lievitare e le cifre delle tariffe private sono ormai identiche o di poco superiori): erano 9 milioni nel 2012;
ci sono 10 milioni e 200.000 italiani che fanno un maggiore ricorso alla sanità privata rispetto al passato: il 72,6% a causa delle liste d’attesa epocali nel servizio sanitario nazionale;
ci sono 7 milioni e 100.000 italiani che, in maggioranza per lo stesso motivo, nell’ultimo anno hanno usato l’intramoenia (cioè hanno pagato i medici ospedalieri come professionisti privati);
ci sono 2 milioni e quattrocentomila italiani anziani che la sanità non se le possono permettere né pubblica né privata, e 2 milioni e duecentomila millennials – dai 36 anni ai 21 circa – sono nelle stesse condizioni. (dati Censis 2016)
«I problemi veri vanno affrontati, e quando non piacciono bisogna affrontarli lo stesso». Sempre Lorenzin. A maggior ragione, quello sopra e questo quando lo affrontiamo?:
ci sono 6 milioni 788 mila donne italiane che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale;
ci sono 3 milioni 466 mila donne italiane che hanno subìto stalking;
circa ogni due giorni una donna italiana muore di violenza di genere. (dati Istat 2015)
La campagna sulla fertilità da 113.000 euro (non li ha tirati fuori dalle proprie tasche Lorenzin, ma chi paga le tasse e i ticket e non trova assistenza contro la violenza perché i rifugi non sono finanziati), dice sempre Lorenzin «era proprio brutta ma io faccio il ministro e non il comunicatore; dunque mi interessa il messaggio più della campagna in sé». E ovviamente «Nessuno aveva intenzioni razziste, perché noi del ministero della Salute ci occupiamo ogni giorno di garantire la salute a tutti gli italiani, indipendentemente dal colore della pelle, facciamo prevenzione per tutti».
Signora, a parte che usare correttamente il termine Ministra (come già faceva Foscolo) è salubre in assoluto e altamente consigliabile come “stile di vita” quando si è donne, ha mai sentito citare il buon vecchio McLuhan con “il mezzo è il messaggio”? Quando immagini e parole scelte suscitano una reazione così forte dietro non c’è “un errore tecnico” come lei sostiene, ma un errore di lettura della realtà.
Chi ha protestato contro il “Fertility Day” le ha fatto delle domande precise e le ha posto questioni concrete, liquidarle come “strumentalizzazioni” e suggerire che scaturiscano da ignoranza e invidia – «… mi sa che c’è un sacco di gente che aspira a fare il Ministro della Salute: va benissimo, ma io intanto mi occupo di cose vere» – convalida una cecità volontaria e ostinata e petulante proprio per le “cose vere”. Lei sta guardando l’Italia come se fosse una presentazione in photoshop preparata dal suo Ministero, senza collegamento alcuno con gli individui in carne e ossa della cui salute – come da dati precedenti – il suddetto dicastero non si occupa affatto. Id est, Ministra Lorenzin, lei sta facendo malissimo il suo lavoro. Forse non se accorge perché nel governo italiano, quanto a lavorar male, è in buona compagnia.
Maria G. Di Rienzo
(da Lunanuvola's Blog, 23 settembre 2016)