Ritratti
Alberto Figliolia. A Pietro Mennea 
(Barletta, 28 giugno 1952 – Roma, 21 marzo 2013)
31 Agosto 2016
 

Croce di nervi e muscoli, Pietro,

la mascella serrata sul mondo,

lo sguardo divorato dall'attesa

ai blocchi di partenza, e quella curva

[fatale

come una piccola rotta astrale,

un breve giro nell'armonia del dolore

prima della retta finale, della liberazione…

I tuoi 200 metri, Pietro, erano prova mistica,

frusta del sole sulla pelle azzurra,

cimento contro la grave natura,

come fu per i nostri antenati

nella savana dalle erbe arse

la corsa verso la salvezza:

ora preda ora predatori.

Lunga fu la tua ricerca della perfezione:

dalle sfide con le auto

50 metri e 500 lire

per un panino e un biglietto del cinema –

per le vie della sconfitta
– ah il pallido possente Valerij Borzov,

poetica e sovietica macchina vitruviana –

per il primato rarefatto

nell'aria azteca, 19"72!,

per la gloria del vento a Mosca '80

nell'impossibile rimonta ad Allan Wells

(fibra da Isola del tesoro)

dove furono 2 centesimi di secondo a separarvi

barlume d'eternità –

sulla linea del traguardo

quando la tua sconfitta mutò in trionfo

e il tuo sorriso stentato, un ghigno

felice e storto, ti allontanò

per un momento dalle ombre.

Adesso che non sei più, Pietro,

avvertiamo ancora lo strider dolce

della tua falcata e la nervosa attesa

dello starter è musica celeste,

e tu corri, corri, corri…

sapendo che esser primo o secondo

è talora solo uno scherzo del destino…

e corri, corri, corri…

nel silenzio a tagliarti l'antico volto

il sorriso felice di un bambino.

 

Alberto Figliolia


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