Oblò cubano
Nicolás Guillén. Ballata dei due nonni
Nicolás Guillén con il suo fratello minore Francisco
Nicolás Guillén con il suo fratello minore Francisco 
05 Agosto 2016
 

Ombre che solo io vedo,

mi scortano i miei due nonni.

 

Lancia con punta d'osso,

tamburo di cuoio e legno:

il mio nonno nero.

Goletta nel collo largo,

grigia armatura guerriera:

il mio nonno bianco.

 

Piede nudo, torso scolpito

quello del mio nero;

pupille di vetro antartico

quelle del mio bianco!

 

Africa di selve umide

e di grossi gong sordi...

Sto morendo!

(Dice il mio nonno nero.)

Acqua scura di caimani,

verdi mattine di cocchi...

Mi stanco!

(Dice il mio nonno bianco.)

Oh vele di amaro vento,

galeone che arde nell'oro...

Sto morendo!

(Dice il mio nonno nero.)

Oh coste dal collo vergine

ingannate da perline...!

Mi stanco!

(Dice il mio nonno bianco.)

Oh puro sole ripudiato,

recluso nel cerchio del tropico;

oh luna rotonda e limpida

sopra il sonno delle scimmie!

 

Che navi, che navi!

Che neri, che neri!

Che lungo fulgore di canne!

Che frusta il negriero!

Pietra di pianto e di sangue,

vene e occhi socchiusi,

albe vuote,

crepuscoli d'ingegno,

una gran voce, una forte voce,

che dilania il silenzio. 

Che navi, che navi,

che neri!

 

Ombre che solo io vedo,

mi scortano i miei due nonni.

 

Don Federico mi grida

e Taita Facundo tace;

i due nella notte sognano

e vanno, vanno.

Io li unisco.

 

                        – Federico!

Facundo! I due si abbracciano.

I due sospirano. I due

le forti teste alzano;

i due di stessa mole,

sotto le alte stelle;

i due di stessa mole,

ansia nera e ansia bianca,

i due di stessa mole,

gridano, sognano, piangono, cantano.

Sognano, piangono, cantano.

Piangono, cantano.

Cantano!

 

 

(da West Indies, Ltd., 1934)

Traduzione di Gordiano Lupi


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