Lo scaffale di Tellus
Marisa Cecchetti. “Oltre il muro” di Romano Nigiani
02 Agosto 2016
 

Romano Nigiani

Oltre il muro

Giovane Holden Ed. 2016, pag. 200, € 15,00

 

Ora che crimini spaventosi si diffondono e lasciano un’umanità sempre più allibita e spaventata e sconvolta, ora che si innalzerebbero muri dovunque per frenare l’inarrestabile, è ancora più necessario ricordare il passato, sempre che la Storia, con i suoi grandi errori, possa contribuire a farci riflettere: Romano Nigiani ci riporta al periodo della guerra fredda, periodo che ha visto il mondo diviso tra due schieramenti, USA e URSS, con il terrore di una guerra nucleare e la psicosi dilagante, soprattutto con la crisi dei missili sovietici a Cuba nel 1962.

Dalla stampa libera occidentale arrivavano notizie del muro di Berlino, dei tentativi di fuga e delle morti, ma non abbiamo saputo mai abbastanza di quello che davvero avveniva. L’autore - classe ’39 - è persona più informata dei fatti, perché ha vissuto a lungo ad Amburgo per motivi di lavoro.

Il 13 agosto 1961 iniziò all’improvviso, tra gente che non era stata per niente informata, la costruzione di un muro che divideva Berlino in due parti, quella Est appartenente alla Repubblica Democratica Tedesca, quella Ovest alla Repubblica Federale Tedesca. Il muro divise fisicamente la città, impedendo una fuga di massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all’Ovest, senza trascurare le defezioni dell’esercito. Vicini, amici e parenti furono separati, pur vivendo in una stessa città, perché divisa in due e con politiche diverse.

Il confine tra Est e Ovest divenne una trappola mortale, perché i soldati della polizia, la Vopos, sparavano su chi osasse attraversare quella zona, negli anni sempre più attrezzata con mine antiuomo, filo spinato alimentato da corrente ad alta pensione, congegni automatici che sparavano su tutto ciò che si muoveva, e cani addestrati.

Tra il 1961 e l’anno della caduta del muro, il 1989, oltre centomila cittadini della DDR hanno cercato di fuggire, il numero delle vittime è alto, e comunque sottostimato.

Nigiani ricostruisce l’epoca attraverso la storia romanzata di famiglie sul confine, con i ripetuti tentativi di fuga che lasciavano vittime, con l’inasprimento della politica di repressione e controllo della Vopos in tutta la zona interessata.

Niente è sicuro, perché spie del regime si mescolano alla gente comune sotto la sembianza di amici, tuttavia ciò non basta a frenare i progetti, come quello della realizzazione di un tunnel che sfoci in zona di sicurezza all’Ovest. Operazione complessa, rischiosa, ma non impossibile, infatti qualcuno riesce a mettersi in salvo. Questo non vale per la famiglia di Dieter Schuster, perché la Vopos li raggiunge e l’ultimo, il padre, ci rimette la vita. Si salva il figlio Hans, ma Alyna, la sua sorella più piccola, finisce nelle mani della Stasi, organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est.

Alyna è vittima delle pulsioni criminali di un capitano, e solo il coraggio e la pietà di soccorritori inattesi riescono a sottrarla alle morte.

Così Alyna, trasportata nottetempo nel Nord Est della Germania, in una fattoria di brava gente, diventerà Helke, ma poi sarà Larissa dai capelli neri a caschetto, ed infine Lara. Sono trascorsi dieci anni dalla sua tragedia, sul suo cammino ha incontrato accoglienza e affetto, ma niente potrà distoglierla dalla ricerca del suo torturatore. A qualsiasi prezzo.

Intanto altre storie si sono intrecciate mentre nuovi tentativi di fuga hanno continuato a mietere vittime.

 

Marisa Cecchetti


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