Turismo procreativo. Lo stato italiano delega la sanità all'estero
30 Novembre 2006
 

 

Sono stati presentati oggi a Roma i dati aggiornati dell'Osservatorio sul turismo procreativo. I risultati confermano i timori di chi aveva sostenuto i referendum contro la legge 40. In meno di tre anni i viaggi all'estero delle coppie italiane infertili si sono quadruplicati, da 1.066 a 4.173. Nei 27 centri dei 10 Paesi presi in esame dall'indagine si è rilevato «un aumento significativo della presenza di italiani». La Spagna è in testa, seguita da Belgio e Svizzera.

È più di un campanello di allarme, una vera e propria denuncia di come la legge 40 sia inefficace: nei divieti perché aggirati da un viaggio oltre confine, e lontana dalle esigenze dei cittadini.

Questi dati, sommati al ricorso alla Corte Costituzionale contro l'art. 13 della medesima legge con cui una coppia di Genova si è vista respingere lo scorso ottobre l'analisi pre-impianto sull'embrione pur in presenza di anomalie genetiche, riaffermano la necessità di una riforma dell'attuale legge.

In commissione Affari Sociali della Camera ho cercato più volte di portare l'attenzione sull'argomento, perché si dibattesse la relazione della ministra della Salute Livia Turco sul primo anno di applicazione della legge 40. Mi è stato riposto negativamente perché si tratterebbe di argomenti troppo sensibili che rischierebbero di mettere in crisi la maggioranza.

Il Parlamento si deve muovere (a partire dalle varie proposte di riforma, alcune anche della Rosa nel Pugno: chi ha a cuore la salute dei cittadini è bene che consideri che, visto il fallimento del referendum abrogativo (non la sconfitta, in quanto è mancato il quorum che avrebbe resa valida la consultazione), l'unica via percorribile è quella parlamentare. Tenersi questa legge significa regalare ad altri Paesi la libertà delle donne e delle coppie italiane, nonché il business ad essa connesso.

Negli anni 70, anche il turismo sanitario all'estero delle donne che volevano abortire, contribuì a far approvare la specifica legge. Se la storia è fatta di corsi e ricorsi, spero che l'attuale turismo produca altrettanto sulla legge 40. Ma perché ciò avvenga, oltre all'impegno di noi parlamentari verso gli altri parlamentari che non hanno ancora ben compreso la gravità della situazione, occorre un forte movimento d'opinione che faccia pressione sui singoli eletti nelle istituzioni.

 

Donatella Poretti


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