Theresa May succede a David Cameron nella ledearship del Paese che abbandona l’Europa per primo.
GB è stata 43 anni dentro sul predellino del tram Unione Europea a 28 Stati, che diventano 27. Penso ai giorni del mese lunare sidereo e sinodico, che cambia da 27 a 29 giorni. L’abbandono della UE segna bassa marea.
L’articolo di Andrea Bonanni “La Brexit può partire ma tra Londra e l’Ue adesso comincia un negoziato feroce” (la Repubblica, martedì 12 luglio 2016) mi ha convinto: la nuova leader ha la stessa durezza di Margaret Thatcher. Non ci saranno ripensamenti. Non ci saranno referendum che riporteranno la 28° stella nella UE.
La prima domanda è: il Regno Unito resterà unito? La prima ministra di Scozia Nicola Sturgeon ha già espresso l’idea che gli scozzesi dissentono dal Brexit ed ha preso contatti con la UE.
Sembra che l’Austria non voterà per uscire dalla UE. Lo ha dichiarato Norbert Hofer, il nazionalista che ha cambiato idea. Ha fatto meglio i conti: Marchionne è pronto a spostar via da Londra in Austria la sede della F.C.A.; forse non sa che anche il gelataio sotto casa mia chiude per riaprire in Austria; dunque, i conti austriaci tornano stando dentro. I conti economici inglesi torneranno fuori? Non credo: stringeranno cinghia!
Scrivo questo molto tranquillamente, fermo il carattere di Theresa May. Mai più la stella britannica rientrerà. Gli inglesi potranno dirsi compiaciuti: c’è nebbia, il continente è isolato. Io, invece, dico: la nebbia fiscale diraderà? Le ingiustizie nel trattamento fiscale saranno minori. Molti continueranno ad andare in Austria. Ma la Gb sarà più piccola. Adam Smith non sarebbe contento!
Intanto Equitalia viene licenziata. Renzi dice che andrà meglio per noi. Credo di sì, nel tempo, per la perdita della stella ipocrita. Credo di no nel mantenimento dell’edelweiss e dei politici ladri italiani.
Carlo Forin