– Ma il 17 si vota?
– Ma va?!
– E per cosa si vota?
– Non lo so.
Sono brani di comuni conversazioni che si svolgono nelle famiglie, per le strade, al bar, dal barbiere.
Stanno a testimoniare l’assordante silenzio dei mass media: stampa, televisione, etc. sul referendum del 17 aprile che vuole fermare le trivellazioni sui nostri mari per estrarre gas e petrolio.
Un noto partito di governo e un noto presidente del consiglio (che invece sui mass media è presente, eccome!) hanno invitato a non votare il 17 aprile; come se l’esercizio del diritto-dovere di voto non fosse un aspetto essenziale della democrazia, come se il referendum non fosse una delle poche occasioni di democrazia diretta con cui si manifesta la volontà popolare.
Se l’Italia non è ammorbata da centrali nucleari, se l’acqua è pubblica (anche se qualcuno non rinuncia al tentativo di privatizzarla) è grazie ai referendum.
Il 17 aprile si tenta di vanificare il diritto dei cittadini di cancellare attraverso il referendum le leggi sbagliate.
L’argomento dei sostenitori dell’astensione, cioè del non andare a votare, è che questo referendum non serve a nulla.
Ma riflettiamo un momento sul perché coloro che vogliono far “saltare” il referendum (perché il referendum sia valido, deve votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto) invitano a non votare, invece che a votare No. Il motivo è semplice: Perché sanno che le persone coscienti e informate andranno a votare Sì e quindi puntano sul disinteresse e la disinformazione.
– Ma che cosa si chiede esattamente con il referendum del 17 aprile?
Si chiede agli elettori di FERMARE LE TRIVELLAZIONI IN MARE, in questo modo si riuscirà a tutelare definitivamente le acque territoriali italiane.
Nello specifico si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste italiane SENZA LIMITI DI TEMPO. Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero più scadenza certa.
Se si vuole mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività di trivellazione OCCORRE VOTARE SÌ AL REFERENDUM. In questo modo le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare secondo la scadenza fissata al momento del rilascio delle concessioni, quindi senza ledere alcun diritto.
La vittoria del Sì non farebbe perdere alcun posto di lavoro, perché le attività di trivellazione non cesserebbero immediatamente, ma alla data pattuita con le concessioni.
– Quali sono in positivo le ragioni che militano a favore del Sì?
Innanzitutto LA DIFESA DELL’ECOSISTEMA DEI NOSTRI MARI: della flora e della fauna marina, già depauperate da uno sfruttamento secolare delle acque; ma anche la difesa delle nostre coste (e quindi dei loro abitanti, dei turisti, ecc.) DAI RISCHI DI INQUINAMENTO sempre possibili in presenza di attività estrattive.
E a proposito di occupazione, non è forse meglio per le nostre zone di mare puntare sul TURISMO di qualità, sulla PESCA, sull’AGROALIMENTARE piuttosto che sulle trivelle?
Così la pensano le 9 REGIONI ITALIANE, che hanno promosso questo referendum con il voto dei rispettivi Consigli.
Qualcuno sostiene che il petrolio e il gas estratti dal mare ridurrebbero significativamente il nostro deficit energetico; ebbene tutto il petrolio presente sotto il mare italiano coprirebbe solo per 8 settimane il fabbisogno nazionale di greggio. Si tenga poi conto che le società estrattrici possono vendere i loro prodotti in tutto il mondo e allo stato italiano va solo un importo equivalente al 7% del valore del petrolio estratto e del 10%per il gas.
Non è forse il momento per l’Italia di CAMBIARE LA POLITICA ENERGETICA e puntare sulle ENERGIE RINNOVABILI E NON INQUINANTI, facendo fronte anche agli IMPEGNI ASSUNTI ALLA CONFERENZA DI PARIGI DI DICEMBRE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI? In questo modo, promuovendo le rinnovabili, si potrebbero generare MIGLIAIA DI NUOVI POSTI DI LAVORO, come è avvenuto in altri paesi
Non farti fregare
VOTA SÌ
Comitato provinciale per il Sì
Studenti per il Sì
(segnalato da Claudio Protto)