Carlo Forin. Fato | | 08 Marzo 2016
Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris
Italiam fato profugus Lavinaque venit
litora, multum ille in terris iactatus et alto
vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram,
multa quoque et bello passus, dum conderit urbem
inferretque deos Latio, genus unde Latinum
Albanique patres atque altae moenia Romae.
Tr.: Canto le armi e l’uomo che per primo dalle terre di Troia
raggiunse esule l’Italia per volere del fato e le sponde
lavinie, molto per forza di dei travagliato in terra
e in mare, e per memore ira della crudele Giunone
e molto avendo sofferto in guerra, pur di fondare
la città e introdurre nel Lazio i Penati, di dove la stirpe
latina, e i padri albani e le mura dell’alta Roma. (Eneide, I, 1-7)
Il volere del fato domina la protasi dell’Eneide.
Il fato è il soggetto orientale dominatore degli Etruschi, Toschi, Tus.ki (ki-tus).
Rashna!: Ra-sh-na, 'generazione (na) della luna (sh) e del sole (ra)'.
Saturnio è il verso che termina dentro al verso successivo.
Se i fati permettano…
si fata sinant, iam tum tendit fovetque.
Tr.: se i fati permettano, la dea fin d’allora si prefigge e medita. (Eneide, I, 18)
Il verbo sinant comprende sin-ant. Ant = tu -del- cielo (an). Sin è crasi si-in, luna-entra, del sintagma.
Il diciottesimo verso offre il secondo tum dell’opera:1 mul-tum (v. 3), iam tum (v. 18). Seguono quattro tum fino a totum(que): repostum (v. 26), al-tum (v. 34), tum Juno (64), mari totumque (80).
Si comincia ad intravvedere una rete kabbalistica!
Un soggetto dichiarato dall’autore, narrato dai latinisti per duemila anni, cento generazioni, ma non riconosciuto da nessuno. Ed è il tu15 sumero! Il pronome italiano che il sumerologo non riconosce nello scrittore antico!
duh, tuh, tah2, du8
residue, by-product; bran; bran mash for making beer (for duh as a verb or adj., cf., du8) (motion + plant, grass + numerous times) [DU archaic frequency].
duh-gig2
dark bran.
duh-gin
ordinary bran.
duh-sag10
fine bran.2
Il mio cervello, cerebro lat., è ki.eresh.buru sumera, connessione di eresh.ki (gal) + buru.
Inserisco buru nel uruburu sumero, il serpente che si morde la coda, rinomato nel medioevo, ma completamente rimosso in antiquorum euo.
Cerbero viene dichiarato dal vate [sum.: te-ua, ‘connetto- cielo.terra’]:
Cerberus haec ingens latratu regna trifauci
personat, adverso recubans immanis in antro.
Tr.: L’enorme Cerbero col latrato di tre fauci rintrona
i regni infernali, giacendo immane di fronte in un antro. (Eneide, VI, 417-418)
Carlo Forin
1 Che contiene 81 tum nel primo libro: il quadrato di nove.
2 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 50.
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