Ordine di farfalla [15-23]
Carlo Forin. ‘Crescente di luna’, arabo hilal, sumero hilal
17 Gennaio 2016
 

Il mio 2016 è iniziato nello stupore più immaginifico col riconoscimento dell’espressione linguistica identica dell’arabo hilal col sumero hilal!

Voglio farvi partecipi! Sette miliardi e più di esseri umani vivono per lo più indifferenti a questioni linguistiche sulle origini delle lingue. Gli accademici, che dovrebbero essere i ‘ricercatori della verità’, accampano teorie di tutti i tipi, fuori dal vero.

Il Califfato e l’Europa di Franco Cardini ha il pregio di combinare l’attualità ed il millennio, storia con aperture alla linguistica sul tema politico più scottante del momento: il confronto con l’Islam. Cardini è in disincanto politico-culturale-religioso nel millennio.

Io continuo la mia esplorazione degli ultimi 4000 anni, alternando incanto cultural–religioso- e disincanto –politico- nella lingua. Godo del ‘crescente di luna’, arabo hilal, sumero hilal. Cardini ha osservato correttamente i simboli, avulso dalla disciplina teonomasiologica, ovvero del confronto puntuale e rigoroso dei nomi degli dèi come indicatori orientativi nelle culture antiche allo scopo di scoprire gli etimi.

Per quanto pertanto la falce di luna – il hilal – non fosse ignoto alla simbolica musulmana, né all’araldica immaginaria che gli europei a esso attribuivano – ma dov’essa non aveva mai un ruolo primario –, fu con il mondo ottomano ch’essa cominciò ad imporsi con maggior frequenza. [: 76]

Dunque, l’ottima esplorazione fatta dal medievalista, che aveva toccato:

La falce di luna isiaca poté in qualche modo passare attraverso l’antichità fino al Medioevo, come del resto il crescente montante di Artemide-Diana; va notato che sia Iside, sia Artemide, sarebbero state coinvolte in un’acculturazione simbologica con Maria, come Madre e come Vergine. [: 71]

Tra le divinità antiche detentrici di simboli lunari, oltre a Iside (che va confrontata con la Io dei greci: la falce lunare trova riscontro nella falce con le corna taurine), vanno ricordate la Inin sumerica, la Ishtar babilonese, la Tanit cartaginese e in genere tutte le divinità lunari-astrali, il cui culto attecchì in Israele e fu condannato in Geremia, 43, 4-7 e 44, 15-19. Nel mondo arabo precoranico le divinità lunari femminili erano parte importante del diffuso culto astrale; e il mondo islamico ne ha in qualche modo ereditato alcuni elementi, non solo imperniando sulla luna il mese e la tradizione del Ramadan, ma anche facendone un segno di resurrezione. [: 75]

non conclude linguisticamente.

Le comunità sociali in contatto effettivamente confliggono e/o si uniscono.

In sumero, Is-lam significa ‘abbondanza (–lam) [di] vita (is-)’ (per noi, e di morte, per chi sta contro di noi). Is-tar è la dea della vita (is) + morte (-tar): ‘interruzione (tar) di vita (is)’.

Allah è un nome di Dio antichissimo. Lo possiamo riconoscere in un nome del Tigri, leggendolo hallah in

hal-hal

to roll along; designation of the Tigris as the ‘rolling river’ (although one text from Ras Shamra equates it to the Euphrates) [da intendere come fiumi divini e, specificamente, da precisare che anche i grafi devono esser fatti girare secondo eme ghir (lingua sumera)]; description of a plant [anche stereo nds] (Akkadian ammu II, ‘a name of the Tigris’ [lat. amnicola, che sta sul fiume, amnensis, vicino al fiume, amnis, fiume. Sum. am3-nis, con am ventitivo (che rende attore il secondo elemento) –nis = 20, il sole (ed il sole è la massima divinità accadica -dei lungo il Tigri-)], qararu(m), (‘to writhe [torcersi, nda], grovel [strisciare per terra], roll around’).

(John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 109)

[qui la spiegazione].

Il mio stupore arriva all’incanto con il crescente di luna, il hilal:

Separiamo le sillabe, he + lal in sumero:

hi, he

v., to mix (cf., sar2/sar2) [HI archaic frequency].

(John Alan Halloran, op. cit.: 112)

lal, la2

v., to be high; to hold; to lift; to carry; to hang (from) (with –ta-); to weigh, measure; to pay; to deduct; to strap, harness, hitch (witch –si-); to dress oneself, put on; to place, set; to ensnare [irretire]; to bind (a reed pillar); to stretch, extend, reach; to embrace; to load; to lessen, diminish; to become reduced, little; to be few; to fall back, retreat; to make silent (cf. also, la2) (reduplicated ila2, ‘to carry, support’, which derives from Akkadian  elu(m) III, ‘to raise/be high’) (loan back into Akkadian alalu(m), ‘to hang up, suspend’, preserves redup. form with vowel harmony) [LA2 archaic frequency].

Adj., light, deficient; minus (cf. also, la2).

(John Alan Halloran, op. cit.: 156)

 

Alala è il dio della fertilità. Con Belet-ili è tra gli dèi antenati. Castellino 573.

 

Carlo Forin


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