A volte, dal buio acceso indifferente
improvviso a te nel suo saettare,
conduce l’etere ripetutamente
la visione roca che più fa disperare
di creature uccise, con l’ultimo giornale;
e in quel durare irreale che riunisce
ogni lontano al suo duro reale,
più nessuna stella può luccicare
nello sguardo spento che sofferse
tutto il cielo del nostro ignorare,
se ogni inferno terreno al lampo che l’aperse
sul teleschermo del vero raro ricompare…
Gianni D’Elia
(da Notte privata, Einaudi, 1993)