Valtellina 2016. Sarà autonomia o estinzione? | | 29 Dicembre 2015
Esattamente un anno fa ragionavamo riguardo a quali fossero le speranze per l'Autonomia della Valtellina e Valchiavenna. La legge Delrio aveva impostato il suo percorso riformatore con la trasformazione della nostra Provincia in una specie di super comunità montana gestita dai sindaci e dagli amministratori locali, privando i cittadini della facoltà di scegliere ed eleggere i rappresentanti. Al contempo la legge ha riconosciuto al nostro territorio, così come a Belluno e Verbano Cusio Ossola, il principio della specificità montana, ossia ulteriori specifiche competenze dovute al fatto di essere un territorio interamente montano e confinante con stato estero. Successivamente a fine luglio, dovendo la Regione uniformarsi alla legge Delrio, gli amministratori della nuova Provincia montana, grazie anche al contributo dato dalla società civile e delle associazioni di categoria, sono riusciti a farsi riconoscere dalla Regione attraverso la “Carta di Chiavenna” competenze specifiche ed uniche nel panorama lombardo. Tante erano le speranze e le aspettative di autogoverno. Tuttavia, dopo di allora, abbiamo assistito ad una crescente divisione tra amministratori, in particolare a causa dell’influenza ingombrante dei partiti nazionali. Questo ha causato un pericoloso rallentamento del percorso riformatore, soprattutto in fase di proposta. A Roma si discutevano e si discutono leggi che ci riguardano (per es. sul riordino del Servizio Idrico Integrato o sugli interventi a favore dei comuni montani) mentre il nostro territorio, invece di partecipare attivamente ai provvedimenti che ci interessano direttamente, preferisce rimanere in silenzio senza esprimere proposte e emendamenti. Se alle negative influenze dei partiti nazionali sugli amministratori aggiungiamo le scarse o nulle risorse finanziarie in capo all'ente il risultato non può che essere uno stop forzato all'azione della provincia montana. A complicare ulteriormente il quadro è la riforma costituzionale del Governo Renzi che sarà sottoposta a referendum nell'autunno del 2016 e che ha, tra le sue finalità, la cancellazione della Provincia di Sondrio dalla Costituzione con la sua definitiva trasformazione in una entità sub-regionale gestita da amministratori non eletti dai cittadini. Un pericolo questo che va sventato in ogni modo. Non tanto per preservare un'entità burocratica ma per potere avere la possibilità di decidere come Valtellina e Valchiavenna nelle materie di nostro interesse. Pensate al rischio concreto di non avere più alcuna voce in capitolo sulle nostre acque. A tutto questo, come conseguenza, si è aggiunta anche la giravolta del Presidente regionale Maroni che ora vuole inglobarci in una struttura amministrativa a diretta dipendenza della Regione (e con pochissime competenze per di più meramente esecutive) con Alto Lario e Valcamonica. Chissà che fine ha fatto lo statuto speciale così tanto osannato pochi mesi fa dai rappresentanti locali della Lega Nord?! Ve li ricordate i poster della Lega sull'autonomia? Se lo sono mangiato questo statuto speciale o, come scrivevamo, non è mai esistito? Oltre al danno, quindi, pure la beffa. Non sarà un anno facile per il territorio. Territorio che rischia di scomparire politicamente quando invece ha il dovere, soprattutto ora in un periodo di riforme, di alzare la voce e farsi ascoltare. Anche perché sarà ancora più complicato competere con i territori alpini nostri confinanti (Svizzera e Province autonome di Trento e Bolzano) dove l'autonomia rappresenta il segreto del loro successo. Il referendum sulla riforma costituzionale Boschi-Renzi è la battaglia decisiva. Si dovrà scegliere NO a questa cattiva riforma e riprendere così il cammino verso l'autonomia evitando, quindi, l'estinzione. Anche perché questa è una riforma che limita gli spazi di democrazia. I rappresentanti delle ex province, il Senato e una parte della Camera dei Deputati non saranno più eletti dai cittadini. Tra l'altro con il nuovo Senato bisognerà pure modificare le leggi elettorali regionali con il rischio di perdere anche l'unico seggio garantito in Regione. Per questi motivi come associazione Autonomia di Valtellina e Valchiavenna continueremo, come sempre, a difendere il nostro territorio e stare dalla parte dei cittadini che sono orgogliosi di essere valtellinesi e valchiavennaschi.
Che il 2016 sia, finalmente, l'anno del riscatto. Questo è il nostro augurio per il nuovo anno che estendiamo a tutti Voi e alle Vostre famiglie.
Associazione Autonomia di Valtellina e Valchiavenna
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