Diario di bordo
Vincenzo Donvito: Contraffazioni alimentari. E dopo l'olio extravergine?
11 Novembre 2015
 

Firenze – Vedremo dove ci porterà lo specifico scandalo della presunta truffa di alcuni olii di oliva che venivano veduti come extravergine, giunta ormai nei fascicoli della Procura della Repubblica, e su cui -al momento- sembra non ci siano ombre di dubbio. Aziende blasonate e storiche ne sono coinvolte, e quindi la vicenda brucia un po' più del solito, a consumatori, a produttori e a venditori (anche questi ultimi vittime al pari dei consumatori). Aziende che, coi loro prezzi bassi (almeno in buona parte della grande distribuzione) di questi presunti finti olii extravergine, avevano avvicinato il consumatore più economicamente problematico all'uso e alla degustazione di quelli che credeva fossero prodotti di un certo pregio, ma che, sembra, alla fin fine lo hanno brutalmente relegato alla sua abituale categoria di consumatore disgraziato.

Vedremo come finirà la vicenda.

La domanda che ora ci dobbiamo porre è la seguente: Siamo sicuri di tutto quello che mangiamo, sia per qualità che per costi? Al di la' delle risposte degli organismi preposti che non faranno altro che rassicurarci sulla loro costante vigilanza… e a cui sempre meno sono coloro che ci credono, quali strumenti hanno i consumatori per non farsi mettere i piedi in testa?

Risposta: Nessuno, a parte le proprie conoscenze, esperienze, i passaparola e le proprie fiducie nei marchi più o meno credibili e tali per i motivi più disparati (“lo uso da sempre”, “lo usava anche mia nonna”, “che bella pubblicita'”, etc.).

Cosa e a chi possiamo chiedere, non certo per risolvere il problema in generale, ma quantomeno per farci fare meno male? Non abbiamo alternative rispetto a mercato e autorità.

 

Al mercato (consumatori, produttori e commercio) chiediamo:

> maggiore attenzione perché nei nostri piatti non finiscano dei mostri. Che non sono i prodotti ogm o quelli “non-a-chilometro-zero” che -a parte forse alcuni aspetti organolettici- di per sé non ammazzano nessuno sia sanitariamente che economicamente, ma sono quelli con varie dizioni prettamente pubblicitarie e sostanzialmente ingannevoli, come -nella fattispecie dell'olio-: naturale, tradizionale, sapori o fragranza di..., robusto, gentile, prima spremitura, dietetico, non filtrato, ecc.* ...insieme ai -cosa che accade spesso- prodotti spacciati come artigianali o freschi e che sono invece il loro esatto contrario, etc.

 

Alle autorità chiediamo:

> maggiori controlli e, soprattutto, non a campione ma estesi, diffusi e costanti. Costa di più? Certamente, ma ne vale la pena, anche perché tra i consumatori ci sono proprio tutti, inclusi i figli e i portafogli dei controllori (quelli onesti, ovviamente).

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

 

 

* Qui alcuni consigli Aduc per scegliere un olio d'oliva extravergine


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